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March to Gaza: a piedi fino in Palestina per la fine del conflitto

All’iniziativa lanciata in Francia stanno rispondendo migliaia di persone in tutto il mondo

March to Gaza: a piedi fino in Palestina per la fine del conflittoDalla Francia al mondo intero: migliaia di cittadini stanno aderendo alla “March to Gaza”, una mobilitazione globale per chiedere la fine dell’assedio alla Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano. L’iniziativa, nata spontaneamente e organizzata tramite un gruppo Telegram, punta a raggiungere a piedi il valico di Rafah per forzare l’apertura della frontiera e permettere l’ingresso degli aiuti umanitari. In una lettera aperta indirizzata alle ambasciate di Egitto e Israele, i promotori denunciano l’inazione dei governi e annunciano che, se necessario, proseguiranno la marcia fino alla Cisgiordania. L’appello, rilanciato sui social e inviato ai media internazionali, chiama all’azione cittadini di ogni provenienza, cultura e religione in supporto al popolo palestinese.

La marcia che dal Cairo vuole raggiungere il valico di Rafah, in protesta contro il genocidio in corso e per chiedere l’apertura della frontiera e il passaggio degli aiuti umanitari inizierà il 13 giugno. 

Questo il testo completo della lettera, firmata dai cittadini del collettivo “Marcia verso Gaza” e indirizzata alle ambasciate del Cairo e di Tel Aviv:

«Noi, cittadini francesi e cittadini del mondo, donne e uomini liberi, provenienti da molteplici paesi, religioni, lingue e culture, vi scriviamo per annunciarvi che il popolo si solleva. Di fronte all’inazione dei governi, di fronte alla sofferenza insostenibile del popolo palestinese, di fronte al blocco disumano imposto a Gaza, migliaia di persone, ovunque nel mondo, si organizzano per una marcia senza precedenti.

Una Marcia verso Gaza. Marciamo per la vita. Marciamo per la dignità. Marceremo fino al terminal di Rafah, con un solo obiettivo: aprire la frontiera, far entrare gli aiuti umanitari ed esigere la fine dell’assedio. Questo movimento, inizialmente simbolico, diventa concreto. Delegazioni cittadine sono in corso di organizzazione in diversi paesi. Interi gruppi si preparano a raggiungere la frontiera egiziana di Rafah nelle prossime settimane. Se non reagite, noi arriveremo. E se dovremo andare oltre, andremo fino in Cisgiordania, fino alle terre dove la colonizzazione illegale si estende ogni giorno. Non porteremo armi: porteremo le nostre voci. Ma siate certi che non ci fermeremo.

Non vogliamo la guerra. Vogliamo la pace. Ma poiché i nostri dirigenti non fanno il loro dovere, noi, il popolo, ci assumeremo le nostre responsabilità. Speriamo che questa mobilitazione susciti un sussulto di coscienza. Speriamo che ascoltiate questo appello e scegliate di non ostacolare la volontà dei popoli liberi. Questa lettera è indirizzata a voi, ma sarà anche diffusa sui social network, nella stampa, in tutte le lingue possibili. La Storia si scrive ora, e vogliamo stare dalla parte giusta. Aprite la frontiera. Liberate Gaza. La pace è ancora possibile».

Chi desidera seguire da vicino l’organizzazione italiana della marcia può unirsi al gruppo Telegram (qui il link) dedicato e restare aggiornato attraverso i profili social ufficiali: su Instagram l’iniziativa è consultabile sull’account @globalmarchtogazaitalia mentre su TikTok l’indirizzo è @march.to.gaza_italia.

Di Stefano Baudino per l’Indipendente



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