Marañón, fiume vivente: il Perù scrive la storia dei diritti della natura
Il Marañón, importante affluente del Rio delle Amazzoni, è stato riconosciuto come soggetto giuridico: una svolta storica in Perù
Nel marzo 2024, il Tribunale Superiore della Giustizia di Loreto ha emesso una sentenza storica: il fiume Marañón — uno dei principali affluenti del Rio delle Amazzoni e fonte vitale per le comunità indigene dei Kukama — è stato riconosciuto come soggetto giuridico. In pratica, il fiume ha diritto ad “esistere, fluire e restare libero da contaminazione”.
LE DONNE KUKAMA E LA RIVENDICAZIONE DELLA NATURA
L’iniziativa legale è stata promossa dalla Federazione Huaynakana Kamatahuara Kana, un gruppo di donne Kukama. Dal 2021 hanno denunciato ripetute fuoriuscite di petrolio dal gasdotto Norperuano, gestito da PetroPerú, che hanno gravemente contaminato l’acqua. L’impatto sulla salute delle popolazioni locali è stato drammatico: malattie cutanee, aborti spontanei e contaminazione da metalli pesanti nei tessuti.
La sentenza del tribunale ha sancito che il fiume Marañón – e i suoi affluenti – godono di diritti intrinseci: il diritto all’esistenza, al fluire, alla biodiversità, alla rigenerazione e alla conservazione del proprio ciclo ecologico. È stato inoltre stabilito che le comunità indigene Kukama e lo Stato peruviano agiranno come custodi e difensori, con l’obbligo di formare un “comitato di bacino” che includa la società civile, per partecipare attivamente nella gestione del fiume.
Nonostante il ricorso di PetroPerú e enti statali, nell’ottobre 2024 la Corte Civile di Loreto ha confermato la sentenza originaria, rafforzando il mandato a PetroPerú di attuare misure immediate per riparare i danni ambientali. La decisione ribadisce che ogni attività estrattiva o infrastrutturale che minacci il fiume potrà ora essere impugnata legalmente.
UN IMPATTO CHE VA OLTRE IL PERÙ
Questo caso rappresenta un precedente importante nella giurisprudenza globale sui “diritti della natura”. Si inserisce in un contesto legislativo regionale favorevole: paesi come Panama, Colombia, Ecuador e Bolivia già riconoscono diritti a fiumi e ecosistemi. Oltre all’aspetto normativo, il movimento delle donne Kukama ha ricevuto riconoscimenti internazionali: nel 2025, Mari Luz Canaquiri Murayari, la leader indigena alla guida della rivendicazione (nella foto di copertina), ha vinto il famoso Goldman Environmental Prize.
Uno dei principali nodi resta l’applicazione tangibile della sentenza: la gestione del comitato di bacino, la bonifica del territorio, il monitoraggio dei gasdotti e la prevenzione di nuovi incidenti. Le comunità indigene continueranno a essere in prima linea, mentre le ONG e le istituzioni internazionali monitorano l’operatività delle misure stabilite.