Malta: nuove linee guida per le associazioni cannabiche
Per agevolare la costituzione delle tanto attese associazioni cannabiche, l'ARUC di Malta ha presentato un quadro normativo aggiornato che risponda all'esigenze dei richiedenti
A seguito delle prime candidature per aprire un’associazione cannabica a Malta, l’Autorità per l’uso responsabile della cannabis (ARUC), dopo aver ricevuto numerose critiche dalle parti interessate, ha confermato di aver rinnovato il quadro normativo precedentemente diffuso.
In particolare, le organizzazioni hanno da un lato lodato la flessibilità dell’ARUC, che si è rivelata pronta ad accogliere i loro feedback, e dall’altro dichiarato che per molti “membri della comunità e coltivatori storici è ancora quasi impossibile” creare associazioni.
Ad annunciarlo, con una conferenza stampa tenutasi a metà maggio, è stata la Segretaria Parlamentare per le Riforme del governo Maltese Rebecca Buttigieg e il presidente esecutivo dell’ARUC Leonid McKay, definendo le nuove regole “perfezionate”, nel tentativo di affrontare le questioni sollevate come parte di un “processo di consultazione”.
NUOVE REGOLE PER LE ASSOCIAZIONI CANNABICHE DI MALTA
Dopo la conferenza stampa del 18 maggio, l’ARUC di Malta non ha perso tempo e il 23 maggio aveva già presentato il quadro normativo aggiornato, volto a placare le preoccupazioni esternate dai potenziali proprietari delle future associazioni cannabiche dell’isola.
Problematiche che riguardavano quattro aspetti principali. In primis il formato della procedura di richiesta, che imponeva che tutti i documenti dovessero essere presentati contemporaneamente alla domanda. L’ARUC ha quindi modificato questo requisito “per consentire alle potenziali associazioni di adottare un approccio modulare durante il processo di candidatura”.
Poi i regolamenti sul trasporto della cannabis dal luogo della coltivazione a quello della vendita, riservato solo a persone certificate ADR: la licenza necessaria per trasportare sostanze tossiche, radioattive ed esplosive.
Le nuove regole invece permetteranno all’ARUC di rilasciare le proprie certificazioni, “che soddisfano tutti i criteri richiesti per garantire che la cannabis sia trasportata in modo sicuro”. In particolare:
- il trasferimento deve avvenire solo di giorno;
- la cannabis deve essere trasportata in contenitori sigillati all’interno di una cassaforte;
- il veicolo impiegato per il trasporto deve mantenere una temperatura costante e la sua posizione deve poter essere tracciata.
Segue la gestione dei rifiuti. Inizialmente, l’ARUC aveva stabilito che i prodotti di scarto dovevano essere inceneriti in una apposita discarica. Proposta fortemente bocciata dalle parti interessate, non solo per l’eccessivo onere finanziario, ma anche per le conseguenze ambientali.
Ora le associazioni potranno semplicemente procedere con il compostaggio dei loro rifiuti, la cui intera procedura dovrà essere minuziosamente documentata. Il compost ricavato verrà poi impiegato come nutrimento per le coltivazioni delle stesse associazioni.
Infine i test per determinare la qualità dei prodotti, che, vista la frequenza richiesta, sarebbero costati “migliaia e migliaia” di euro al mese. Tuttavia, l’ARUC ha dichiarato che “il programma di analisi viene mantenuto nella sua interezza”, ma che “la frequenza e la modalità di esecuzione sono state rivisitate”, anche se in minima parte.
Infatti, i test per i profili dei fitocannabinoidi saranno eseguiti “periodicamente“, anziché per ogni partita, ma quelli per batteri, lieviti, muffe e umidità dovranno comunque essere effettuati “prima del rilascio di ogni lotto”.
ASSOCIAZIONI CANNABICHE A MALTA: I REGOLAMENTI “PERFEZIONATI” SARANNO EFFICACI?
Sebbene alcuni abbiano apprezzato la volontà dell’ARUC di modificare i regolamenti per rispondere all’esigenze sollevate, Andrew Bonello dell’Associazione ReLeaf Malta ha sottolineato che la strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa.
“Molte comunità e molti coltivatori si trovano ancora nell’impossibilità di costituire un’associazione. Ci si chiede come si possano raggiungere gli obiettivi di affrontare il mercato illecito e di implementare la giustizia sociale quando si ignorano le esigenze di coloro che hanno combattuto per questa riforma”, ha dichiarato Bonello.
Dal lato opposto invece, McKay e Buttigieg hanno confermato che “il processo stia procedendo molto bene” e che il feedback ricevuto dai fondatori è stato finora positivo. Inoltre, il Segretario Parlamentare per le Riforme ha aggiunto che Malta si incontrerà presto con altri Paesi che sperano di replicare il loro modello.
“Ci auguriamo che i principi fondamentali della riforma vengano rispettati – ha concluso infine Bonello – agendo nell’interesse della comunità e concentrando gli sforzi sulla giustizia sociale e sui diritti umani”.