“Machete Mixtape Vol. 3” – (Recensione)
L’approccio all’ascolto di un colosso pesante come il “Machete Mixtape Vol. 3” non è per niente facile. 24 brani che ruotano attorno al centro gravitazionale creato da En?gma, DJ Slait, Salmo ed El Raton – fondatori storici del machete movement – costellati di collaborazioni importanti, che passano dai membri del collettivo Jack the Smoker e Nitro fino a comparse eccezionali come quelle di Bassi Maestro, Mondo Marcio, Fabri Fibra, Johnny Marsiglia & Big Joe, Rocco Hunt e Clementino – ma anche Skits Viciuos, Dopey Rotten e Jay Reaper aka DOPE D.O.D.
MM3 è la dimostrazione di come il miracolo machete sia scolpito nella potenza della squadra: la sicurezza del self-made unita alla capacità di legare l’hip hop alle contaminazioni pescate dal metal, dal rock e dall’universo skate. La bellezza di un concept nuovo – che dal nulla ha capito il trend di un pubblico sempre più confuso tra l’affidabilità del passato e la necessità di poter ascoltare qualcosa di attuale, ma fuori dagli ultra-banali canoni del rap-biz.
Il mondo machete è il nuovo modo di intendere il rap italiano: dettagli, agonismo e sana competizione (lontana dai dissing acchiappa views), videostory intensi e pensati per sfumare sul lato visivo un prodotto unico nel suo genere. Non ce ne vogliano i macheteros, ma è ancora l’inossidabile Bassi Maestro a fornire l’immagine più nitida di questa atmosfera: “Sto vero col mio gruppo a questa scena tu non servi, la mia è una foto di gruppo, la tua un selfie” – leggi come: qui spacchiamo il culo a prescindere. Questo è il rap game e noi ce lo prendiamo. Fuori dalle mode e fuori dagli standard perché lo standard lo creiamo noi.
“La vittima è la musica, farò un’inchiesta
tu che batti me in un’altra vita non in questa”
SALMO è artisticamente completo: possiede un cinismo creativo e comunicativo senza pari, ma allo stesso tempo trasmette la consapevolezza di fare parte di un genere che non può dimenticare le radici – bello il continuum temporale creato con piccoli (quasi impercettibili) prestiti dalle strofe di “Aspettando il Sole” e “Carcere a Vita” in “Falsità e Cortesia” (in cui, grazie a Big Joe, ritroviamo quel vibe perfetto che avevamo apprezzato in S.A.L.M.O.). NITRO aka “Phil the Payne” conferma nuovamente carattere e qualità: il suo flow personalissimo e incazzatissimo abbraccia completamente e senza forzature il black mood di stampo machete – cosa che vale allo stesso modo per la tagliente vena ispanica di EL RATON. JACK THE SMOKER si è ambientato alla grande in questa nuova famiglia (ma stiamo parlando di un rapper esperto e sempre sul pezzo) mentre EN?GMA è il solito rebus contorto di immagini e incastri che ci regala il lato più introspettivo del mixtape.
Dj Slait è a capo della direzione artistica e del mixaggio, Big Joe, Danny the Cool, Yazee, Belzebass, Stereoliez, lo stesso Salmo e molti altri hanno pensato invece a curare le strumentali del MM3 che viaggia lungo un suono molto fresco – nel senso che è fondamentalmente atipico e nuovo. C’è ben poca morbidezza nell’esplosività e nella cenere di cui son ricoperti tutti i beats, che si presentano sempre con una matrice boom bap più classica, ma annegata interamente nell’elettronica e nel trap più moderno.
Tirando le somme, il MM3 ha qualche pecca. La più evidente è forse la ripetitività apparente di questo sound. Macheteros e compagni hanno creato un prodotto fantastico, che dall’inizio alla fine prosegue sulla stessa strada ed è fotografia di un’identità precisa – insomma, obiettivo di ogni musicista. Manca però qualche espressione più sperimentale di questo sound – ci piacerebbe sentire più pezzi sulla stessa frequenza di “Venice Beach” o (off-topic) “Faraway” (in Midnite) che incorporano un senso totale di maturità e padronanza musicale. Al di là di questi sofismi opinabili, volendo chiudere il messaggio è chiaro come la situazione del rap nostrano sia sempre più in mano ai ragazzi dalla voce roca e dalle palle quadre del collettivo Machete. E, quindi, ben venga questa evoluzione, espressione forte di un cuore Hip Hop all’interno di una cazzutissima armatura hardcore.
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Mattia Polimeni