Lunga vita alla battaglia di Walter De Benedetto
Walter è mancato nella notte, lasciandoci in eredità tante battaglie da portare avanti
Walter De Benedetto non c’è più. “Sono già incarcerato dentro un corpo, ma dove vado più?”, aveva sdrammatizzato in un’intervista a Dolce Vita prima del processo che lo vedeva imputato per aver coltivato cannabis per la patologia che o affliggeva, una forma severa di artrite reumatoide.
Una brutta storia italiana per fortuna finita con un’assoluzione, che per Walter era il punto di partenza per la battaglia da portare avanti.
Ebbene questa notte Walter ha lasciato quel corpo che tanto l’aveva fatto soffrire negli ultimi anni. Anni nei quali, nonostante tutto, ripeteva che la sua scelta era quella di “restare una come cozza attaccata alla vita“.
L’EREDITA’ DI WALTER DE BENEDETTO
Walter non c’è più, ma lascia un’eredità immensa, che vede i diritti dei pazienti che usano cannabis al centro della sua missione, e che starà a tutti noi portare avanti.
Il suo ultimo appello, diretto al presidente della Camera Roberto Fico, alla ministra Fabiana Dadone e al presidente della Commissione Giustizia Mario Perantoni, riguardava la legge sull’autoproduzione di cannabis, che è l’ultima possibilità affinché cambi qualcosa nella regolamentazione della cannabis in Italia in questa legislatura.
Superata la tristezza del momento, il suo ricordo, la sua forza e la sua gentilezza, saranno il carburante necessario ad andare avanti, per rendere giustizia alla battaglia sua e di tutti i pazienti che si trovano in condizioni difficili.
Vi lasciamo con le parole che ci aveva affidato poco più di un anno fa. Per non dimenticare e per poter immaginare un futuro diverso, per tutti.