L’ultima bufala dell’informazione italiana: è arrivata la devastante cannabis OGM
“Nuovo incubo per i giovani, lo sballo con marijuana ogm: effetti devastanti”. Questo il titolo di un articolo pubblicato ieri da Il Gazzettino, quotidiano della provincia di Treviso. Nel testo si calca ancor più la mano, parlando di una «supermarijuana» che causa «rischi elevatissimi» in chi la assume.
«Sono cannabinoidi geneticamente modificati che negli ultimi tempi hanno invaso il mercato. I rischi per chi assume questo tipo di droga sono elevatissimi quella che sembra marijuana comune contiene un principio attivo fino a 21 volte più potente di quello naturale. E gli effetti sul cervello di chi la assume possono essere devastanti».
In tutto l’articolo non uno straccio di fonte scientifica a supporto delle informazioni fornite in un trionfo di allarmismo. E non è certo la prima volta. Negli ultimi tempi sono numerosi i casi di “informazione” del genere sulla presunta cannabis ogm.
Il fatto più deprimente per l’informazione è che la cannabis geneticamente modificata semplicemente non esiste. Con il termine Organismo Geneticamente Modificato (OGM) a livello scientifico si intendono gli organismi in cui parte del genoma sia stato modificato tramite le tecniche di ingegneria genetica. Si tratta di operazioni di laboratorio, costosissime e richiedenti un patrimonio di conoscenze tecniche e scientifiche enormi.
Nel mondo, ad oggi, nessuna pianta di cannabis Ogm è stata prodotta. Quello che fanno le cosiddette banche del seme, è incrociare genetiche differenti. E i frutti di questi incroci sono in libera vendita su internet e presso i grow shop. È lo stesso processo che fanno le grandi aziende agricole sulle mele, le pere, e ogni altro frutto, e non certo da ieri. Non c’è nulla di “geneticamente modificato” in questo processo.
Quanto alla concentrazione di THC “21 volte più potente della cannabis naturale“, siamo alla farneticazione. Le tipologie di cannabis terapeutica in commercio, tipo il Bedrocan o la FM2 prodotta in Italia, hanno concentrazioni di THC al 22%. L’olio di hashish, che viene fatto da sempre come estrazione naturale, può arrivare al 60% ed oltre.
Quindi le possibilità sono due: o a Treviso hanno trovato un prodigio della scienza a livello mondiale, ovvero cannabis con concentrazioni di THC verso il 500%, o stanno prendendo in giro i lettori. Indovinate qual è la risposta esatta…