L’UE muove i primi passi contro l’obsolescenza programmata
Lo scorso 25 novembre, il Parlamento Europeo ha adottato – con 395 voti favorevoli, 94 contrari e 207 astensioni – una risoluzione non legislativa indirizzata alla creazione di un “mercato unico più sostenibile,” invitando la Commissione a mettere a punto un sistema di etichettatura obbligatoria che possa fornire informazioni chiare, immediatamente visibili e di facile comprensione per i consumatori. L’obiettivo è quello di rendere le riparazioni più vantaggiose e abituali per tutti attraverso l’introduzione di alcune tutele per gli acquirenti, come l’estensione della garanzia anche alle parti di ricambio e l’allargamento dell’accesso alle informazioni sulla riparazione e manutenzione dei prodotti a tecnici e centri indipendenti.
La proposta dei delegati europei ricalca integralmente il contenuto della legge contro l’obsolescenza programmata adottata in Francia, che configura come reato le tecniche poste in essere dalle imprese allo scopo ridurre la durata di funzionamento di un prodotto e aumentarne il tasso di sostituzione. La normativa francese è piuttosto severa, prevedendo, in caso di condanna, pene fino a due anni di reclusione e un’ammenda di 300mila euro, che può aumentare fino al 5% del volume d’affari dell’azienda.
Secondo un sondaggio realizzato da Eurobarometro, il 77% dei cittadini dell’UE preferirebbe riparare i propri dispositivi piuttosto che sostituirli, mentre il 79% ritiene che dovrebbe vigere l’obbligo per i produttori di semplificare la riparazione dei dispositivi digitali o la sostituzione di singole parti. Ciò significa che più di tre quarti dei cittadini europei vorrebbe poter riparare i prodotti in piena autonomia, ma è scoraggiato a causa dei prezzi di riparazione troppo alti e della penuria di informazioni disponibili circa la durabilità e riparabilità del prodotto che acquista.