High times

La leggenda del jazz Louis Armstrong utilizzava marijuana

Per smorzare l'ansia da prestazione e come fonte d'ispirazione. Per Louis Armstrong la cannabis era una pianta sacra, da utilizzare anche se illegale

La leggenda del jazz Louis Armstrong utilizzava marijuana

Louis Armstrong, uno dei più grandi musicisti jazz di sempre, era un convinto sostenitore della cannabis. Che utilizzava per frenare l’ansia da prestazione e come possibile fonte d’ispirazione, tanto da menzionarla anche nei suoi testi.

Ricordiamo “Muggles”, incisa dall’artista nel 1928. Termine gergale diffuso nella comunità jazz per indicare proprio la marijuana. Perché solo nominarla in quegli anni, caratterizzati dal proibizionismo più violento, poteva essere fonte di problemi.

Infatti, era il 1930 quando Louis Armstrong venne arrestato per aver fumato dell’erba fuori dal Cotton Club di Culver City, in California. Condanna che gli costò nove giorni di detenzione in un carcere di Los Angeles. Ma non solo. Anche l’allora moglie Lucille Wilson venne arrestata nel 1954 per possesso di marijuana. La donna infatti fu sorpresa con oltre 14 grammi di cannabis, che molti pensano appartenessero al musicista.

PERCHÉ LOUIS ARMSTRONG AMAVA LA CANNABIS?

Come la maggior parte degli artisti dell’epoca, Louis Armstrong consumava regolarmente cannabis. Soprattutto per controllare la sua ansia prima di salire sul palco, e performare al meglio.

«Ti rilassa, ti fa dimenticare tutte le cose brutte che capitano a un negro. Ti fa sentire desiderato e quando sei con un altro fumatore, ti fa sentire una speciale parentela», aveva dichiarato una volta il musicista.

Oltre al fatto la cannabis riusciva a farlo connettere alla musica. E da questa connessione profonda, forse, nascevano i suoi capolavori che l’anno coronato una leggenda del jazz.

LOUIS ARMSTRONG, LA CANNABIS E IL FAVORE DEL VICEPRESIDENTE NIXON

Sebbene manchi una versione ufficiale dei fatti, c’è una storia che come protagonisti ha la leggenda del jazz e l’allora vicepresidente degli Stati Uniti Richiard Nixon.

Era il 1953. Armstrong, in aeroporto perché di ritorno da un viaggio all’estero, si imbatté nell’ex vicepresidente Nixon, che con un guizzo gli fece superare i controlli senza passare per la dogana. Il paradosso? Si dice che le valigie del musicista trasportassero più di un chilo d’erba, e se fossero state ispezionate sarebbero stati guai. Una mossa niente male per colui che nel 1971 dichiarò ufficialmente guerra alla droga.



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