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L’Onu fa retromarcia: non chiederemo a nessuno stato di depenalizzare la cannabis

assemblea onuL’Onu scomunica sé stessa. A un mese di distanza dalla dichiarazione dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite, Zeid Ra’ad Zeid Al-Hussein, che aveva annunciato la prossima pubblicazione di un documento in cui l’Agenzia delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC) avrebbe chiesto ai paesi membri di attuare nuove politiche sulle droghe che prevedessero, tra le altre cose, la depenalizzazione dei consumi di sostanze e iniziative per la riduzione del danno, arriva ora la smentita: il testo non conterrà nulla di tutto questo.

PRESSIONI DA PARTE DI ALCUNI PAESI PER CAMBIARE IL TESTO? Ad anticipare la clamorosa retromarcia è stata ieri l’emittente inglese Bbc con un articolo apparso sul proprio sito internet, che ha rivelato come le continue pressioni di “un importante stato membro”, avrebbero ottenuto lo scopo di far ritirare il documento. Anticipazioni in questo senso erano già state fatte la scorsa settimana dal patron della Virgin – membro dell’UNODC e convinto antiproibizionista – il quale sul suo blog aveva denunciato proprio queste pressioni da parte di uno paese (anch’egli senza specificare quale fosse). Non è quindi dato sapere quale sia “l’importante stato” che avrebbe preteso il ritiro del documento, ma non è difficile immaginare che possa trattarsi della Cina o della Russia, i due membri di maggiore rilevanza insieme agli Usa, entrambi difensori del proseguimento della cosiddetta War on Drugs, cioè della guerra al traffico e al consumo di droga attraverso la tolleranza zero anche verso i consumatori.

E’ COMINCIATA LA GUERRA DENTRO L’ONU IN VISTA DELLA CONFERENZA SULLE DROGHE? Il documento che l’UNODC pubblicherà (a questo punto non si sa quando né con quali contenuti) sarà di importanza storica. Il prossimo aprile 2016 si terrà infatti, per la prima volta dopo 18 anni, una nuova sessione speciale globale sulle droghe. Appuntamento che sarà chiamato a verificare, e forse per la prima volta anche a mettere in dubbio, i risultati ottenuti nel mondo dalle politiche repressive sullo spaccio ed il consumo di sostanze stupefacenti. Una sessione alla quale si arriverà con un clima molto diverso rispetto a quella del 1998, quando i paesi membri approvarono praticamente all’unanimità la “Dichiarazione globale sul controllo delle droghe” all’interno della quale si ribadiva di voler raggiungere l’utopico traguardo di “un mondo senza droga”, attraverso la lotta al narcotraffico e al consumo di stupefacenti. Ora le posizioni di molti stati importanti, a cominciare da quelli sudamericani, passando per alcuni stati europei e dagli Usa, paiono orientate a proporre forme di progressiva depenalizzazione del consumo (a cominciare dalle droghe leggere) ma a quanto pare non sarà semplice arrivare ad una svolta certificata dall’Onu.



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