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L’omeopatia non è vegan

L'omeopatia non è vegan

Questo articolo non nasce per screditare l’omeopatia, ma da vegana, per motivi etici, mi preme informare coloro che si sono appena avvicinati al veganismo o al vegetarismo o che stanno pensando di fare il passo. Il veganismo non è una dieta, ma uno stile di vita in base al quale si sceglie di non consumare o usare risorse provenienti dal mondo animale per ragioni etiche e per un approccio alla visione non-violenta della vita.

L’omeopatia non è vegan per tre ragioni: alcuni prodotti contengono lattosio (anche se oggi c’è un laboratorio che non usa questa sostanza), come per i farmaci i rimedi sono testati su animali e, anche se il 75% dei rimedi omeopatici provengono dal regno vegetale, cioè da fiori, radici, foglie ed estratti di piante, il restante deriva dal regno animale.

Come molti altri animali, l’ape è considerata nell’omeopatia un insetto prezioso. La preparazione omeopatica di Apis mellifica, utilizzata per contrastare le infiammazioni e le manifestazioni allergiche, si ottiene macerando l’insetto in alcol o triturandolo per intero. Apis vivus, invece, è il rimedio preparato con il solo veleno d’ape. Entrambe sono pratiche aberranti, perché l’insetto viene sacrificato per ottenere una cura destinata all’uomo. Le api non sono gli unici animali utilizzati nell’omeopatia. Altri rimedi omeopatici cruenti, ottenuti con animali o parti di essi, sono per esempio Bufo rana, preparato con il veleno delle ghiandole cutanee dei rospi, Coccus cacti con l’intero animale femmina, la Cocciniglia, Oscillococcinum, ricavato a partire dal cuore e dal fegato dell’anatra, Formica rufa, a base di formica, Cantharis, con la cosiddetta mosca spagnola, un coleottero conosciuto come cantaride. Ho citato alcuni rimedi, tra i più usati, che derivano da parti o interi animali, preparati secondo i criteri dell’omeopatia. I preparati di origine animale potrebbero dunque contenere animali interi, prodotti fisiologici derivati da animali, sostanze derivate da tessuti malati di animali, organi liofilizzati di animali prelevati da animali sani.

L’elenco è sufficiente a mettere in guardia chi si accosta all’omeopatia, ma non vuole rinunciare ai propri principi etici. Se stiamo scegliendo di orientarci verso il vegetarismo o il veganismo dovremmo approfondire attentamente l’origine. Per individuare un rimedio omeopatico si usa la denominazione scientifica della sostanza, sia esso un vegetale, una sostanza di origine animale o un minerale, pertanto, se non riusciamo a capire, intuitivamente, già dal nome, che Apis mellifica contiene api, andiamo su internet a cercare il nome della cura per capirne l’origine oppure chiediamo direttamente al nostro omeopata, ricordandogli che non vogliamo assumere rimedi con parti o interi animali e contenenti lattosio.

Nel processo di produzione dei preparati omeopatici gli animali sono comunque sottoposti a detenzione, costrizione e uccisione. Prima di acquistare o assumere il prodotto dovremmo porci alcune domande: il rimedio prescritto contiene animali, organi, sostanze o parti di essi? Sono stati uccisi o sfruttati? Se scegliamo di far uso di prodotti omeopatici, proviamo a sensibilizzare anche il nostro omeopata riguardo la crudeltà con cui molti alcuni rimedi omeopatici sono ottenuti.



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