Terapeutica

Lombardia: una buona legge per pazienti e medici

Lombardia: una buona legge per pazienti e medici

Il 2 agosto 2018 la giunta della Regione Lombardia ha emesso una delibera che mette un punto fermo circa la possibilità di curare i cittadini lombardi con la cannabis. Aspettavamo da tempo questo provvedimento. La regione Lombardia è sempre stata all’avanguardia sui temi sanitari, ma sul fronte cannabis era fortemente in ritardo.

Questo provvedimento ha recuperato il ritardo e ha fatto tesoro dell’esperienza di altre leggi regionali. Il prodotto finale, a mio avviso, è un’ottima legge (la migliore approvata fino ad oggi). Vedremo ora come sarà la sua attuazione. Sappiamo per esperienza che avere una legge è fondamentale, ma da sola non basta, perché dovranno essere gli operatori sanitari (medici) a farla propria ed applicarla.

Le specifiche della legge, che al suo interno prevede provvedimenti anche di altro tipo “in ordine alla gestione del Servizio Sociosanitario Regionale (SSR) per l’esercizio 2018”, sono contenute nel sub allegato A della delibera XI/491 del 02/08/2018. Vediamo insieme alcuni passi fondamentali. La rimborsabilità è prevista per diverse patologie resistenti alle terapie tradizionali: dolore cronico, analgesia in patologie che implicano la spasticità, analgesia nel dolore cronico, effetto anticinetosico ed antiemetico nella nausea e vomito causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV, effetto stimolante l’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa, effetto ipotensivo nel glaucoma e infine riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette.

La prescrizione deve essere basata su un piano terapeutico redatto da un medico specialista tra quelli elencati (Anestesia Rianimazione, Centri di Terapia del Dolore di primo e secondo livello e Ambulatori di Terapia del Dolore, Neurologia, Malattie Infettive, Oncologia, Medicina Interna, Oculistica, Reumatologia, Pediatria, Ematologia, Psichiatria/Neuropsichiatria, Radioterapia).

Manca il capitolo importante delle epilessie farmacoresistenti e il trattamento dei sintomi delle malattie neuro-degenerative. Ma nel paragrafo successivo si afferma che per le patologie non elencate sopra, è possibile utilizzare la cannabis, ma non è rimborsabile dal SSR.
L’elenco dei medici prescrittori è carente, perché dimentica i medici di Cure Palliative e i medici Fisiatri.

Il tema del costo delle preparazioni viene affrontato, ma è carente e aprirà molti spazi interpretativi e contenziosi tra farmacia e paziente.
Elemento vantaggioso per il paziente è la possibilità di ritirare il medicamento a base di cannabis presso una farmacia ospedaliera o farmacia pubblica e quelle private territoriali.

Insomma una legge con alcune lacune, ma che apre un importante strada anche per i cittadini lombardi. Sono certo che i colleghi sapranno farne buon uso e mi auguro che i tanti IRCCS presenti in Lombardia siano attratti dalla possibilità di questo antico e innovativo trattamento terapeutico, che senza dubbio rappresenta il futuro della ricerca farmacologica.

La legge lombarda, che reputo positiva e ad oggi la migliore tra quelle regionali italiane, deve stare nel solco tracciato dal decreto del ministero della Salute del 9 novembre 2015 e questo ha fatto, offrendo una nuova opportunità ai tanti malati lombardi che hanno bisogno del trattamento con la cannabis.

Lombardia: una buona legge per pazienti e medici



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