L’inizio della fine dei PFAS
La 3M, il maggior produttore mondiale di PFAS, ha deciso di non produrre più queste sostanze tossiche dal 2025
La 3M è conosciuta come l’impresa che produce lo scotch adesivo, i bigliettini post-it e mille altri abrasivi, componenti elettronici, etichette, lubrificanti e isolanti per la casa, per l’ufficio, per l’industria.
Fra le varie cose che la 3M produce ci sono gli PFAS i cosiddetti per-and polyfluoroalkyl substances (PFAS). Roba chimica utilizzata un po’ ovunque, incluse le due sottospecie, il perfluorooctane sulfonic acid (PFOS) e il perfluorooctanoic acid (PFOA).
Queste robe dai nomi inpronunciabili sono anche note come chimica per sempre, perché essenzialmente restano nell’ambiente ad infinitum e sono dannosi all’uomo, ai suoi figli, al suo futuro.
Dei PFAS abbiamo già parlato diverse volte in passato soprattutto in relazione alle acque contaminate del Veneto.
I PFAS sono usatissimi perché sono utili e poco costosi. Resistono al calore, agli oli, ai grassi e rendono i prodotti impermeabili alle infiltrazioni d’acqua. Una specie di impermeabile a prova di bomba. E infatti si usano dappertutto, per fare vestiti, mobili, adesivi, imballaggi, padelle no-stick, materiale isolante.
Inizialmente non era chiaro quale fosse il loro impatto sull’ambiente e sulle persone, e nel dubbio o nell’ignoranza la 3M ha continuato a produrli. Ma con il passare degli anni ci si è resi conto che sono invece molto più pericolosi di quanto non ci si aspettasse e a livelli molto minori di quanto oggi tolleriamo sul mercato.
Cosi la 3M ha volontariamente deciso di smettere di produrre PFAS entro il 2025. È come se l’ENI smettesse da sola di pompare petrolio dai suoi pozzi in tutto il mondo.
Ma come è successo tutto questo?
Come sempre, grazie alle pressioni della gente normale che a un certo punto ha scoperto di vivere vicino siti contaminati. Se la sono presi con i produttori, con il dipartimento della difesa, con le ditte che hanno usato questi PFAS. Per mesi la gente ha protestato presso la sede di REI (Recreational Equipment Inc), una grande catena di materiale sportivo. Sono arrivate lettere da circa 100mila persone in moltissimi dei loro punti vendita, inclusi da gruppi sportivi e ambientali. Et voilà.