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Libro Bianco: gli effetti (nefasti) della legge sulle droghe

Pubblicato in vista della Giornata Mondiale sulle Droghe, il Libro Bianco si fa portavoce della cupa realtà carceraria italiana. I cui detenuti finiscono dietro le sbarre (soprattutto) per droghe

libro bianco
Come ogni anno in occasione della Giornata Mondiale sulle Droghe, è stato presentato alla Stampa della Camera dei Deputati il Libro Bianco sulle Droghe, “un rapporto indipendente sugli effetti del Testo Unico sugli stupefacenti (DPR 309/90) sul sistema penale, sui servizi, sulla salute delle persone che usano sostanze e sulla società”.

Titolata “Il gioco si fa duro”, la XV edizione del Libro Bianco è stata promossa da La Società della Ragione, Forum Droghe, Antigone, CGIL, CNCA, Associazione Luca Coscioni, ARCI, LILA e Legacoopsociali con l’adesione di A Buon Diritto, Comunità di San Benedetto al Porto, Funzione Pubblica CGIL, Gruppo Abele, ITARDD, ITANPUD, Meglio Legale e EUMANS.

Ripercorriamo i punti più salienti del rapporto, che evidenziano la necessità di politiche sulle droghe più rispettose. Che, invece di criminalizzare la popolazione, possano (realmente) aiutarla.

LIBRO BIANCO: OLTRE UN TERZO DEI DETENUTI È IN CARCERE PER DROGHE

Dopo 34 anni di applicazione, gli effetti penali del Testo Unico sulle droghe “sono sempre devastanti”. Soprattutto per l’art. 73, il principale responsabile del sovraffollamento carcerario.

Lo confermano gli ingressi in carcere per droghe, che continuano a salire senza sosta. In particolare, dei 40.661 ingressi registrati nel 2023, ben 10.697 “sono stati causati dall’art. 73 del Testo unico, detenzione a fini di spaccio”. Ossia il 26,3% del totale.

Il panorama si incupisce ulteriormente se si considera l’intera popolazione carceraria. Infatti, degli oltre 60mila detenuti attuali, circa il 34,1% è dietro le sbarre per la legge sulle droghe. “Il doppio delle media europea (18%) e molto di più di quella mondiale (22%)”, si legge dal rapporto.

Catastrofici anche i dati sugli ingressi e le presenze di detenuti definiti “tossicodipendenti”. Lo sono il 38,1% di coloro che valicano la soglia del carcere.

Invece, sempre a livello di tossicodipendenti, al 31 dicembre 2023, le carceri italiane ne ospitavano ben 17.405: Il 28,9% del totale. Una presenza così massiccia da segnare un record in termini assoluti negli ultimi 18 anni.

DROGHE: LA REPRESSIONE SI ABBATTE (PRINCIPALMENTE) SUI MINORI

Contrariamente ai Paesi che puntano sulla legalizzazione, dove la protezione della popolazione più giovane è una priorità assoluta, qui in Italia è la più colpita di tutte.

Infatti, i minori segnalati sono in costante aumento, con gravi ripercussioni sociali ed economiche. Tra cui il ritiro della patente e del passaporto “e l’ingresso in un percorso sanzionatorio e stigmatizzante”.

E come evidenziato nel Libro Bianco, circa il 97,3% dei minorenni viene segnalato al prefetto per cannabis. Infatti, la manovra repressiva attuata dal nostro Paese colpisce specialmente chi consuma marijuana (76%), con oltre un milione di persone segnalate dal 1990.

Una situazione a dir poco allarmante che non ha bisogno di essere commentata, ma solo diffusa. Come? Scaricando il Libro Bianco sulle droghe cliccando QUI e facendolo girare il più possibile.



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