L'Hip Hop istiga gli adolescenti all’alcolismo?
“A tuo figlio hai dato una buona educazione? / Non dovresti aver paura che lo renda un criminale una canzone”.
Una frase semplice che da pace a decenni di ricerche sociologiche e psicologiche. Una rima di Dydo (Huga Flame) che risolve in modo spicciolo un dilemma e un cruccio che da anni tormenta esperti di settore e genitori isterici. Eppure una giustificazione a figli alcolisti, drogati, indisciplinati e in preda al suicidio lo si deve pure trovare. E dal momento che sicuramente non è mai colpa della famiglia ,perché non andare a ricercare la causa nella musica? E se l’Heavy Metal viene accusato di essere portatore di ansia, malessere, aggressività e suicidio, ecco che il Rap sembra essere un buon conduttore nell’istigazione all’Alcolismo degli adolescenti. A dirlo sarebbe il risultato di una ricerca dell’Università di Pittsburgh.
Facciamo ordine: i ricercatori prendono in esame un campione di 793 brani Rap ed RnB (fra i più ascoltati nelle radio,nei locali e nei programmi televisivi degli USA) e attestano che oltre il 25% di questi fa menzione a prodotti alcolici indicando nomi di liquori e drink.
E se non possiamo evitare di sminuire questi dati e l’ulteriore statistica in base alla quale l’adolescente medio Americano ascolta in media 150 minuti di musica al giorno, possiamo però valutare quest’ultimo dato come irrilevante ai fini della ricerca condotta a Pittsburgh. Secondo la mia opinione, al contrario della tesi suddetta, non sussiste una correlazione logica. Non vedo inoltre come sia dimostrabile che chi ascolta queste hit specifiche sia più portato a ubriacarsi rispetto a chi non le ascolta. Eventualmente sarebbe più utile prendere un campione di ragazzi che con certezza fanno uso di alcool e indagare circa la musica che essi ascoltano più frequentemente. La ricerca fa inoltre notare come sia stretto il legame fra i Rapper e i Marchi di prodotti Alcolici. E’ vero infatti che fra gli sponsor di Snoop Dogg troviamo il Landy Cognac, mentre P.Diddy ha promosso la Ciroc Vodka. Assolutamente vero.
Ma quindi? La ricerca prosegue facendo notare che dopo l’uscita del singolo di Busta Rhymes e P.Diddy – Pass the Courvoisier viene calcolato un aumento di vendita pari al 19% del Cognac COURVOISIER proprio nella variante XO, quella scelta nel VideoClip. Sarei tuttavia curiosa di sapere come hanno certificato che gli acquisti siano stati effettuati prettamente da adolescenti,soprattutto considerando il prezzo della singola bottiglia. Io non voglio togliere credito o valore a questi ricercatori,ma credo sia giusto avere sempre una duplice visione e spiegazione dei fatti. Dire che il Rap crea e diffonde alcolismo è sbagliato. E lo è fino a prova contraria. A me non basta sapere una percentuale e collegarla al fatto che molti adolescenti POTREBBERO (parola chiave!) ascoltare queste canzoni e POTREBBERO avere voglia di simulare i loro miti. Si tratta sempre di probabilità. A questo punto (se la legge della simulazione non da spazio a ulteriori ipotesi!) le ragazzine e il seguito del bellissimo George Clooney avrebbero un’altissima dipendenza da Martini. O sono esclusivamente i colossi del Rap a dare un cattivo esempio e a traviare la mente dell’adolescente? Siamo in grado di dimostrare anche questo, ammesso che sia regola certa per quanto riguarda l’ambito HipHop? Ad ogni modo, l’incremento delle vendite è di facile spiegazione per chi di fatto conosce le regole del mercato e della potenza del mezzo pubblicitario.
Il pezzo specificatamente incriminato -Pass the Courvoisier- ha avuto un utenza molto più larga della mera fascia 13-16 anni. Le Radio e i programmi televisivi negli States sono seguiti da un altissimo numero di persone. Qualsiasi individuo, ascoltando casualmente il pezzo, avrebbe potuto far riemergere la voglia della fantastica miscela di cognac invecchiata trent’anni. Voglia facilmente soddisfabile se si considerano poi le strategie promozionali di vendita quasi sicuramente applicate. Tralasciando queste noiose considerazioni, resta il fatto che i problemi dei giovani POSSONO (in percentuale minima!) essere causati dal mondo circostante nel suo complesso: i telefilm, la simulazione dei miti, la Tv, il branco, i Videogame e anche la musica. Ma resta il fatto che primariamente deve essere la famiglia il punto di riferimento. Quest’ultima deve essere in grado di educare e di insegnare cosa sia reale o cosa no. Cosa è male e cosa è bene. Il problema non è una singola birra a sedici anni, ma chi alla stessa età ha cento euro nel portafoglio da spendere in drink e alcolici. Qui ci sarebbe un primo e scontato interrogativo. Accusare un genere musicale, una disciplina, un arte, un programma Tv o altro di PROVOCARE l’alcolismo ( tra l’altro ricordo che l’alcolismo è una sindrome patologica cronica e non saltuaria!), senza considerare i fattori genetici e ambientali, è grave e non sufficiente. Concludo ricordando Tormento e alcuni bellissimi versi, che hanno emozionato l’Italia dei giovani e non solo, chiedendomi se e quanti ragazzini abbiano intrapreso la strada dell’alcolismo dopo questo pezzo: “Forse e’ l’effetto del succo alla pera corretto / Io ci sto dentro quindi non perdiamo tempo” – “Ricordo ancora il mio primo bicchiere di gin e per questo ringrazio e saluto il mio fratello Bottacin” – “Oh babe tu mi fai volare in alto / mi ribalti come una birra doppio malto “…
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Selene EllZed Grandi