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Lezioni di caccia in aula? No, grazie!

Lezioni di caccia in aula? No, grazie!

A settembre sono ripartite due attività, la cui data, in alcune regioni, coincide: la scuola e la caccia. Due universi talmente lontani, che, fino a marzo, non avevano mai avuto l’occasione di incontrarsi. Un giorno, però, il Consiglio d’Istituto di una scuola primaria di Gardone Val Trompia ha aperto un varco pericoloso, permettendo ai due mondi di entrare in contatto.

Due cacciatori, su proposta del Consiglio Armaioli Italiani, sono entrati nelle classi, senza armi, con uccelli imbalsamati, cani e un libro sulla caccia, “Il Cacciatore in favola”, undici racconti a cura di Luca Gottardi, Patrizia Filippi e Daniela Casagrande. «L’intento non è quello – affermano gli organizzatori – di formare futuri cacciatori, ma quello di far prendere loro le distanze dal bracconaggio, spiegando ai bambini la tutela della natura, il rispetto delle regole, i principi dell’ambientalismo (il cacciatore riapre i sentieri, pulisce i boschi)». Secondo gli artefici del libro e del progetto, attorno alla pratica della caccia gravita tanta ignoranza, pertanto, è arrivato il momento di raccontare ai bambini la verità sui “custodi nella natura”, rappresentati, oggigiorno, come persone spietate che girano armate nei boschi per uccidere animali indifesi. Per quanto vogliano ripulire la propria immagine, i cacciatori (coloro che esercitano attività venatoria, sia nel rispetto della legge sia in violazione della stessa, tutti armati e uniti dalla volontà di uccidere) sono persone che, pur di tornare a casa con il “bottino” compiono spesso azioni di indescrivibile crudeltà, usando talvolta mezzi illeciti, reti per uccellagione, lacci, tagliole, richiami vivi. Non hanno neanche un occhio di riguardo per cani e uccelli che usano come mezzi per raggiungere il loro unico obiettivo: uccidere vittime innocenti rischiando di ferire uomini, donne e bambini.

Solo nell’ultima stagione venatoria sono stati rintracciati 115 casi di persone, tra le quali anche minori, impallinate da fucili da caccia, un numero incalcolabile di animali domestici feriti e uccisi. La caccia ricorda l’Associazione Vittime della Caccia è «riconosciuta come attività pericolosa (rientra infatti nell’elenco delle attività pericolose aggiornato al 05.10.2017)». L’OMS ha definito l’avvelenamento da piombo come «uno dei peggiori problemi ambientali del mondo».

Concludo, allora, facendo un appello ai Consigli Direttivi delle scuole: «Non aprite i cancelli degli istituti ai cacciatori e ai produttori di armi, perché non sono i paladini della natura, come vogliono farci credere, ma persone con ben altri interessi!». Dopo un mese circa dalla lezione di caccia è stato lanciato il fucile B525 Liberty Light pensato per “i tiratori più piccoli”. Ma guarda un po’ che strana coincidenza! Non abbiamo bisogno di cacciatori in erba, ma di futuri cittadini di pace! Insegniamo ai nostri bambini empatia e compassione verso i più deboli. Se la vostra scuola vuole dire NO alla caccia, può iniziare a farlo.



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