Lettera Aperta al Presidente della Repubblica
Egregio Sig. Presidente,
mi chiamo Alberto Picelli, ho 42 anni, e di “professione” sono sciamano, o naturopata se risulta più congeniale alla convenzione. Insomma mi occupo di cercare e sperimentare su me stesso e su chi vuole, in piena coscienza, metodi di auto-guarigione antichi e non solo. Ho girato molto per approfondire la mia conoscenza e posso affermare, in piena onestà, di essere uno dei maggiori esperti di tecniche di meditazione e Kundalini in Italia, cultore e critico letterario di poesia e misticismo zen nonché scrittore e poeta. Queste mie passioni sono nate nel periodo universitario quando studiavo filosofia e cercavo di comprendere i misteriosi segreti della natura. Il mio cercare era stimolato dal mio precario stato di salute, poiché soffrivo di una forma cronicizzata di ansia e attacchi di panico associati a depressione e avevo una fastidiosissima fistola che ogni tanto cistizzava. Fu in questo periodo che iniziai a ricercare per altre strade cure alternative. Avevo provato la psicoterapia e la cura con gli psicofarmaci, sia per l’ansia e sia per la depressione e in più avevo già fatto un’operazione al coccige per l’asportazione della fistola che dopo una settimana rispuntò.
Sostituii gli psicofarmaci che mi lasciavano apatico e vuoto con la canapa, che oltre a togliermi l‘ansia trasformava positivamente il tono del mio umore costantemente nero. Ma adesso veniamo ai motivi che mi portano a scrivere la mia testimonianza e a recriminare. Sono stato denunciato per coltivazione di canapa.
La cosa brutta è che le investigazioni si sono limitate solo al fatto, senza tener conto minimamente delle qualità personali, cioè che io studio la materia incriminata e che mi curo con essa.
Ma veniamo ai numeri: trovate 98 piante, in realtà la maggior parte erano di cannabis industriale, cioè senza THC, piante che utilizzavo per fare le corde come faceva mio nonno.
Quelle “attive” erano 38, che servivano alla mia ricerca in relazione al mio stato di salute e per le mie pratiche meditative.
Eppure sono stato trattato come un criminale, sbattuto nei giornali con una notizia gonfiata ad arte e come se non bastasse, mi hanno trattenuto per una notte in cella, nonostante avessi dichiarato di soffrire di claustrofobia, una delle peggiori notti della mia vita.
Da quando è successo questo fatto la mia ansia è cresciuta e pure un senso di vergogna di far parte di questo genere cosiddetto umano.
Non ho mai fatto del male, pratico una vita spirituale, che cerco di seguire nella più profonda e veritiera intuizione e sono fermamente convinto che non possa definirsi un reato piantare una pianta e solo presupporlo è pura follia!
La pianta di cui stiamo parlando per molte patologie risulta essere un’ottima cura e per alcune specifiche malattie tipo glaucoma, sclerosi multipla e depressione sembra sia l’unica cura reale! Io penso che ogni cittadino dovrebbe avere un minimo di indipendenza e la possibilità di scegliere, come oltretutto previsto dalla nostra Costituzione. A mio avviso questo è il vero crimine!
Ormai tutti sappiamo che questa repressione e stata attuata per favorire l’uso insano del petrolio, le case farmaceutiche, e per far ingrassare le lorde casse della criminalità organizzata, che da questo insulso proibizionismo trae ingenti profitti.
Le prove che la cannabis sia dannosa, usate anche dal ministro Giovanardi per vietarla, sono assolutamente pilotate e non hanno un reale riscontro scientifico.
Come quasi tutti gli italiani io mi sento preso in giro dal nostro attuale governo e da quelli precedenti e di certo non mi sento rappresentato. Sono conscio di aver sbagliato e forse ho agito con leggerezza, ma in piena buona fede, perché io credevo e ancora credo di fare un bene all’umanità con la mia attività di ricerca per quel che mi è concesso e nei posti dove è possibile.
La canapa aiuta nel senso che è un’attivatrice della ghiandola timo che coordina tutte le altre che abbiamo nel corpo. Il timo è la ghiandola chiave e la sua attivazione aiuta a mantenere il nostro naturale benessere. In alcuni Stati europei la coltivazione e l’uso non sono considerati un reato, addirittura si trova in farmacia! A questo punto posso dire che ho sbagliato ad iniziare questo mio studio nel territorio italiano, ma è comprensibile che si e sempre restii a lasciare il luogo in cui si è nati. Però dopo la denuncia, le perquisizioni e l’arresto mi sono intristito cosi tanto che ho deciso di autoesiliarmi, ed ora vivo in giro per l’Europa da apolide, in quegli Stati che mi permettono di andare avanti nel mio umile scopo di documentare i benefici di un uso corretto e cosciente dei cannabinoidi naturali.
Penso che agli amministratori dello Stato non interessi realmente la salute dei cittadini perché allora sarebbero banditi anche gli alcolici, il tabacco e gli psicofarmaci che sono autentici veleni sicuramente più tossici dell’innocua canapa.
Al Gentilissimo Governo della Repubblica Italiana chiedo di prendere atto di quanto sopra enunciato e quindi di sciogliere
il nostro rapporto a causa di un’evidente incompatibilità interpretativa sul concetto di “diritti umani”.
Dichiaro con sentito dispiacere di voler perdere la mia cittadinanza italiana e cercare un altro Paese più in linea con le mie idee di onestà e in grado di condividere più alte aspirazioni.
Io rigetto le vostre accuse criminalizzanti e sono cosciente e intellettualmente preparato per capire che piantare una qualsiasi pianta NON PUO’ ESSERE CONSIDERATO UN REATO e benché meno la canapa che è, e sempre sarà, un’insostituibile alleata per il benessere dell’intera umanità.
Io non sono un criminale! Spero con tutto il cuore che gli affetti vicini riescano a recuperare un minimo di sentimento e comprensione nei confronti della mia storia e se non chiedo troppo, di perdonarmi se ho sbagliato secondo il loro punta di vista e che non mi giudichino, perché non mi sento colpevole di niente!
Picelli Alberto (filosofo della canapa ex italiano)
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