L’estate sta finendo…
Al ritorno dalla pausa estiva, ecco che ci troviamo inesorabilmente a fare i conti con una realtà che ben conosciamo e che, a causa dell’inerzia di chi ci governa, ancora non è cambiata. Il riferimento è all’attuale legislazione sulle sostanze stupefacenti e alla sua applicazione che anche questa estate ha generato, come era facile prevedere, una serie di situazioni paradossali che non sono altro che il sintomo di un male non curato.
Così – mentre i nostri parlamentari si godevano una “meritata” vacanza – sulle strade, le piazze, le spiagge delle nostre città (soprattutto nei centri più piccoli) si ripresentavano i problemi di sempre e i piccoli-grandi drammi di chi, inconsapevolmente, si andava a mettere in guai ben più grossi di quanto potesse immaginare. Spesso non si tratta affatto di sprovveduti, ma di persone con un livello culturale medio-alto, ben inserite nella società e senza alcun rapporto con un mondo criminale che non hanno mai conosciuto. È questo l’identikit che viene fuori dalle centinaia di lettere finora pervenuteci attraverso il servizio di consulenza e assistenza legale (http://legale.antiproibizionisti.it) recentemente istituito dalla nostra Associazione.
Eppure, prima di concedersi un periodo di riposo, i senatori della maggioranza hanno voluto rassicurare tutti coloro che ancora temevano ci fosse una pur remota possibilità di modificare l’attuale normativa. Per far ciò hanno creato una situazione a dir poco surreale: hanno inserito nell’ordine del giorno relativo al provvedimento sull’indulto recentemente approvato, un punto che recitava testualmente «…il Senato impegna altresì il Governo, in sede di attuazione del provvedimento di indulto, a riformare il sistema sanzionatorio in materia di tossicodipendenze, oggi particolarmente pesante, che non discrimina tra sostanze diverse, che prevede sanzioni carcerarie elevate anche per la semplice detenzione di droghe leggere». Ciò, di per sé, a uno sguardo superficiale poteva apparire superfluo. Invece ha finito poi col rivelarsi addirittura dannoso.
Ma andiamo con ordine. Come tutti sanno, l’Unione si era impegnata, prima delle elezioni, a cancellare le modifiche apportate al DPR 309/90 dalla legge 40/2006, inserendo esplicitamente questo punto nel suo programma. Ora, dopo aver annunciato un ripensamento sullo strumento da utilizzare (non più il decreto legge, come promesso, ma il ben più laborioso disegno di legge), il centrosinistra ha voluto creare le condizioni per far emergere che anche questo proposito è destinato verosimilmente a naufragare. Così i parlamentari del centrosinistra hanno chiesto di vincolare il Governo (di centrosinistra) affinché provvedesse a realizzare una riforma dell’attuale legislazione già prevista dal programma (del centrosinistra) per il quale hanno chiesto e ottenuto il consenso dei loro elettori.
Quindi, ricapitolando, l’Unione (che rappresenta oggi la maggioranza parlamentare, nonché la coalizione a cui è stato affidato il governo del Paese), ha voluto formalmente chiedere a se stessa di fare una cosa che già si era impegnata a fare durante la campagna elettorale. Per far ciò ha ritenuto necessario passare attraverso un voto parlamentare che, in ultima istanza, ha sancito la sconfitta di questo proposito e l’espunzione del punto relativo dall’ordine del giorno.
Ciò significa che la “maggioranza” è riuscita a dimostrare di non essere tale, almeno per ciò che riguarda questa specifica materia. Complimenti, un vero capolavoro! Sempre più sovente viene da domandarsi se abbiamo a che fare con un’opposizione di governo o con un governo di opposizione. Continuiamo ad assistere alle esternazioni di autorevoli esponenti dell’esecutivo e della maggioranza che non fanno altro che protestare contro la loro stessa coalizione, al punto che non sorprenderebbe più di tanto se, uno di questi giorni, qualcuno di loro decidesse di okkupare Palazzo Chigi (naturalmente, non prima di aver depenalizzato il reato di occupazione!)…
È comprensibile e più che legittima, a questo punto, la soddisfazione dell’On. Giovanardi, il quale si è affrettato subito a precisare che «su materie così importanti per il futuro del nostro Paese non sono consentiti colpi di mano o interventi d’urgenza». Certo, a sentir pronunciare queste parole da chi ha modificato una materia “così importante” attraverso un decreto sulle Olimpiadi invernali, c’è da trasalire. Tuttavia, quanto è accaduto legittima anche lui, insieme a tutta l’opposizione, ad affermare che «dopo il voto del Senato è possibile soltanto un lavoro di eventuale revisione con il contributo costruttivo di tutte le forze politiche».
In altri termini, questo vuole dire che ci vorranno molti mesi – se non anni – per arrivare a una soluzione “condivisa” (ammesso e non concesso che se ne trovi una e che questa legislatura duri abbastanza a lungo). Nel frattempo ci terremo la legge così com’è.
D’altra parte, non è forse ciò che Romano Prodi aveva annunciato in diretta televisiva in piena compagna elettorale? In quella fase fummo gli unici a condannare quelle parole (vedi http://www.antiproibizionisti.it/notizia.asp?n=4059) che, tanto erano esplicite, da non poter essere interpretate diversamente: «poi, finite le elezioni, faremo una bella riflessione, Governo e opposizione, su questo problema che è estremamente serio e estremamente grave».
Nessuno tra gli “antiproibizionisti” dell’Unione sentì allora, nonostante il nostro invito, il bisogno di commentarle, né tanto meno di dissociarsene. Alcuni arrivarono addirittura ad attaccare noi per difendere Prodi. L’importante era vincere le elezioni e bisognava riuscirci ad ogni costo.
Ecco: ora che le elezioni le hanno vinte, questi sono i risultati. Ognuno ha ciò che si merita, verrebbe da dire. Noi pensiamo invece – come la stragrande maggioranza dei cittadini italiani – di avere il diritto di essere governati in modo più onesto ed efficiente. In tutte le sedi continueremo a promuovere la riflessione e la ricerca di soluzioni immediate e risolutive contro un modello giuridico lesivo della libertà dell’individuo.
Nel momento in cui chi ha il compito di governare ci spiega che “continuerà a vigilare” sull’operato dei propri ministri, riteniamo che il nostro compito non sia più esclusivamente quello di esercitare una mera azione di controllo , ma debba necessariamente prevedere la possibilità di prospettare soluzioni concrete che consentano di supplire, almeno in parte, alla latitanza di questa classe dirigente.
a cura di Marco Contini
Segretario di Antiproibizionisti.it