L’erba è come er vino #12
Eccoci a settembre, si avvicina l’autunno, passato il tempo del mare e delle spiagge affollate, del caldo eccessivo, arriva il momento dei week-end dalle lunghe passeggiate, è il tempo dei fine settimana mangerecci in collina, in montagna o al mare, l’importante è che ci sia un buon piatto fumante in tavola.
L’autunno, stagione di profumi intensi, di funghi e di tartufi, castagne e formaggi stagionati e di vino novello; quest’ultimo, molto amato dal mercato e osannato negli anni 90, comincia (finalmente) a crescere nella qualità. Autunno è soprattutto la stagione della vendemmia e della tanto sospirata raccolta.
La vendemmia quest’anno, causa l’eccessivo caldo inverno-primavera 2007 e la conseguente anticipazione della fioritura, è avvenuta molto presto, in alcuni casi nel nord della penisola si è raccolta l’uva nella prima metà di agosto. Per quanto riguarda la raccolta della canapa, fatti i dovuti distinguo tra indica, che matura prima, e sativa, posso consigliarvi di aspettare il più possibile, troppo spesso la fretta porta a vanificare i sacrifici di una intera estate, quindi abbiate pazienza!
Qualche considerazione sul vino novello, sapore di primo autunno, anticipo di caratteri e colori della nuova vendemmia. Il novello è prodotto con molte uve, in Italia sono usate soprattutto uve autoctone, (solo 7 le viti internazionali) e questa è decisamente una nota positiva; preferite SEMPRE del vino locale e delle uve autoctone.
Nel novello il colore è importante. Essendo molto giovane il rosso non deve essere molto carico, non un rosso pesante e con poco contrasto, deve avere un colore vivace e una buona trasparenza. All’olfattiva di solito risulta vinoso, facciamo attenzione a cercare degli aromi primari che non saranno mai troppo marcati, non avendo avuto il tempo di svilupparli… ma è la prima nota positiva. In generale la prima nota olfattiva deve essere intensa e piacevole. Alla visiva dovremmo trovare un colore rosso vivace, brillante e intenso. Alla gustativa una nota che può colpire, ed anche abbastanza apprezzata, è la vivacità del vino: il novello in Italia può essere ricco di gas carbonico residuo di fermentazione, in Francia al contrario non è una caratteristica apprezzata; l’im- portante secondo me è non andare oltre certi limiti.
E ora qualche vecchio consiglio sulla raccolta e l’essiccazione: la prima scelta da fare è se tagliare l’intera pianta o i singoli fiori per metterli ad essiccare. Oltre al diverso tempo di essiccazione, troveremo differenze anche nel gusto, le foglie attorno ai fiori interagiranno in maniera determinante sul prodotto finale. In generale l’essiccazione della pianta porta a delle notevoli modificazioni del profumo, del gusto e dell’effetto.
Come per le cantine dei vini, è fondamentale rispettare dei criteri di umidità e temperature nelle stanze di essiccazione, ed evitare metodi “veloci”, troppo spesso si sente parlare di forni a microonde per abbreviare i tempi, segno di quanto sia sottovaluta questa fase; anche per il vino si è tentato di realizzare un “invecchiamento rapido”, insufflando ossigeno od ozono, accelerando i cambiamenti di temperature, simulando dei rapidi cambi di stagione, ma anche in questo i tentativi sono risultati vani. Dopo l’essiccazione abbiamo un periodo da 1 a 5 mesi di conservazione in un luogo fresco e asciutto, che possa evitare la formazione di muffe anche durante quella che potremmo definire l’ultima fase, la conservazione.
Buona degustazione.