L’erba è come er vino #1
Quando un novizio del mondo della canapa domanda la differenza tra la varietà sativa e quella indica, a me piace rispondere con un esempio che di solito riscuote un gran successo: espongo le differenze tra un vino rosso e un bianco-frizzantino.
Un vino rosso corposo è ricco di profumi intensi e profondi, ha un gusto persistente e un effetto che “si fa sentire”. Uno champagne ha diverse caratteristiche: bianco, frizzantino, con profumi giovani di fiori gialli, di frutta bianca e spezie, con un effetto euforico, allegro.
Bene, il rosso corposo è l’indica, con i suoi profumi intensi, rotondi, i sapori forti e persistenti e l’indiscutibile effetto “down”. Lo champagne è la sativa, con i suoi sentori pungenti, speziati, il gusto gradevole e il suo effetto “high” che non ti leva la voglia di fare. Come per il vino esistono tutte le eccezioni, le vie di mezzo e le altre mille variabili che possono variare nel gusto, nei profumi e nell’effetto.
In uno dei testi su cui ho studiato la degustazione dei vini c’è scritto:
<< una bottiglia di vino rappresenta la sintesi del perfetto equilibrio tra la natura, la mano dell’uomo e la tecnica >>. Quale coltivatore potrebbe smentire il fatto che questa affermazione risulti perfetta anche per la nostra amata canapa?
Penso sia importante approfondire questa ricerca perché tra i consumatori di canapa finalmente si sta diffondendo un interesse per la qualità com’è successo per il vino negli ultimi 10-15 anni.
Tutto ciò sta prendendo vita grazie ad una serie di fattori concomitanti: il lavoro “antipro” e di informazione svolto dai centri sociali, i forum su internet, la diffusione dei canapai, la nascita di riviste come “Dolce Vita”, i frequenti viaggi in Olanda, ecc.
Gli elementi menzionati sopra hanno contribuito e contribuiscono ad accrescere la conoscenza di un mondo lasciato per troppi anni in balia del mercato nero e di dicerie senza senso derivanti da fonti inesistenti.
Le similitudini tra il vino e la canapa sono molteplici e cercheremo di metterle a fuoco in questa rubrica non limitandoci solo a paragonarne analogie ed effetti, ma approfondendo la conoscenza di due mondi apparentemente lontani che invece convergono nel momento in cui ci soffermiamo a riflettere sulle assonanze tra la vite e la canapa. Noteremo che in entrambi i casi la matrice è culturale, radicata nella terra e la coltivazione dell’una o dell’altra comporta un impegno straordinario che la mano dell’uomo riesce a trasformare in un risultato a volte irripetibile.
Queste due piante millenarie racchiudono molti segreti che si svelano con parsimonia a tutti coloro che si dedicano con passione alla coltivazione e all’uso consapevole.
Una differenza netta tra il vino e la canapa è la repressione che quest’ultima subisce da decenni. Pensate a cosa succederebbe se dovessimo comprare il vino sul mercato nero perché illegale: un buon prodotto potrebbe costare anche 10-20 volte di più, i controlli sulla qualità sarebbero nulli e lo sfortunato appassionato, con l’intento di comprare dal pusher sotto casa una bottiglia di inconfondibile Barolo (il signore delle langhe), potrebbe trovarsi di fronte un Lambrusco o un generico Merlot coltivato chissà dove e tagliato con chissà cosa.
In simili circostanze non potrebbe far null’altro che degustare con amarezza il suo vino pagato a peso d’oro sperando che… la prossima volta vada meglio!
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