Ecco l’elenco dei parlamentari assenteisti che hanno affossato la legge sull’autoproduzione
Venerdì scorso, per soli 16 voti la Camera non ha approvato il diritto all’autoproduzione di cannabis per i malati. Un risultato reso ancor più inaccettabile dall’assenza di molti tra i quasi 200 parlamentari che avevano firmato la proposta di legge per la legalizzazione della cannabis.
Al netto delle giravolte di chi, nelle fila del Partito Democratico, aveva proposto la legge e poi ha votato in modo contrario per disciplina di partito, la legge è infatti stata affossata anche a causa dell’assenteismo. La lista di questi parlamentari è stata pubblicata dall’associazione Freeweed, e rende pubblici nomi e cognomi dei deputati “antiproibizionisti” assenti, chiamando in causa tutte le forze politiche incluse le due che maggiormente si sono spese per la legalizzazione: Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana.
Due erano gli emendamenti presentati, e votati a scrutinio segreto, che promuovevano il diritto all’autocoltivazione di cannabis dietro regolare prescrizione medica, presentati rispettivamente da Vittorio Ferraresi e Matteo Mantero, entrambi del Movimento 5 Stelle.
Al voto sull’emendamento 1.16 (presentato da Ferraresi) sono risultati assenti 46 deputati teoricamente antiproibizionisti, includendo sia i parlamentari direttamente firmatari del testo di legge, sia quelli non firmatari ma appartenenti alle forze politiche che si erano pubblicamente schierate per la legalizzazione senza distinguo (appunto M5S e Si).
18 del Movimento 5 Stelle (Bonafede, Busto, Cancellieri, Castelli, Cecconi, Chimienti, Colonnese, D’incà, D’uva, De Rosa, Di Maio, Frusone, Giulia Grillo, Lorefice, Pisano, Rizzo, Tripiedi, Zolezzi); 4 di Sinistra Italiana (Fassina, Fratoianni, Giordano, Palazzotto); 12 appartenenti a Mdp, ovvero i “bersaniani” fuoriusciti dal Pd (Simoni, Bossa, D’attorre, Fava, Martino, Nicchi, Piras, Sannicandro, Scotto, Stumpo, Zaratti, Zoggia); 10 del Pd che avevano firmato il testo per la legalizzazione (Carloni, Cuperlo, Di Salvo, Ginoble, Iacono, Lodolini, Mazzoli, Petrini, Pollastrini, Schirò); un firmatario del testo appartenente al gruppo parlamentare di Scelta Civica (Monica Faenzi) e uno appartenente al gruppo misto (Andrea Vecchio).
Ancora di più i deputati antiproibizionisti assenti al voto segreto relativo all’emendamento 1.50 (presentato da Mantero), svoltosi pochi minuti prima di quello presentato da Ferraresi. In questa votazione – oltre ai parlamentari già segnalati ed assenti a entrambe le votazioni – se ne aggiungono altri due del Movimento 5 Stelle (Claudio Cominardi e Mattia Fantinati). Mentre una parlamentare del Pd (Titti Di Salvo) risulta presente e votante a questa votazione ma poi scompare misteriosamente nel nulla al momento della votazione successiva.
I due emendamenti sono stati respinti rispettivamente per 16 voti (191 favorevoli e 207 contrari) e per 21 voti (189 favorevoli e 210 contrari) di scarto. Un risultato deludente, che ancora una volta condanna i malati, e che diventa assolutamente inaccettabile a causa dei deputati assenti, che con la loro semplice presenza sul luogo di lavoro avrebbero potuto contribuire a invertire, almeno in parte, la rotta delle leggi sulla cannabis in Italia.