La legalizzazione per cambiare l’economia italiana
Legalizzare la cannabis in Italia porterebbe la bellezza di quasi 10 miliardi di euro in più a disposizione dello Stato ogni anno: ecco perché è una priorità economica e sociale
La legalizzazione della cannabis dovrebbe essere una priorità per tutti, non solo per chi si fa le canne. Perché renderla legale significa togliere il monopolio di produzione e vendita a mafie e criminali, e far rientrare la fetta di mercato alla luce del sole, con delle regole chiare che permettano di beneficiarne, a livello economico e sociale, i cittadini e lo Stato.
Per capire meglio le dimensioni del fenomeno e le sue implicazioni, ne abbiamo parlato con il professor Ferdinando Ofria del Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Messina, che su questo tema ha pubblicato diversi studi insieme al ricercatore del Cnr Piero David.
Quanto varrebbe in termini di gettito fiscale, e quindi di tasse, la legalizzazione della cannabis in Italia?
Utilizzando i dati dello studio dell’istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS di Milano, che ha stimato il consumo di stupefacenti nella popolazione attraverso l’analisi delle acque reflue, noi del Dipartimento di Economia dell’Università di Messina, ipotizzando che per la cannabis venga utilizzato un modello fiscale simile a quello delle sigarette, con una tassazione di circa il 75%, abbiamo quantificato un gettito fiscale di 9 miliardi di euro.
Si hanno invece delle stime riguardo il fatturato derivante da una futura regolamentazione?
Lo stiamo ancora calcolando. Perché quando si parla di mercato regolamentato ci sono diversi fattori da tenere in considerazione, tra cui l’elasticità della domanda: uno dei grandi problemi della legalizzazione. L’obiettivo sarà infatti quello di proporre un prezzo concorrenziale rispetto al mercato illegale, altrimenti c’è il rischio che il consumatore continui a preferire quest’ultimo rispetto alle fonti legali.
Quali sarebbero i benefici economici diretti e indiretti della legalizzazione della cannabis in Italia?
Per i benefici diretti abbiamo stimato un vantaggio economico di circa 9,8 miliardi di euro. In particolare, ai 9 miliardi di euro di gettito fiscale, vanno aggiunti 540 milioni di euro impiegati per le spese di magistratura e per il sistema carcerario e 230 milioni di euro relativi all’ordine pubblico e alla sicurezza, che, se il reato di produzione e vendita delle droghe leggere (la cannabis) venisse cancellato, lo Stato andrebbe a risparmiare.
I benefici indiretti principali invece sono due: una migliore qualità del prodotto e il contrasto alle mafie. Analizzando campioni di cannabis sequestrati, diversi studi hanno scoperto che la gran parte di questi contengono sostanze altamente nocive, come: vetro, piombo, alluminio, ferro e altri metalli pesanti. C’è il rischio quindi che il consumatore subisca dei danni assumendo questi prodotti contaminati. Contrariamente, con la legalizzazione ci sarebbe un prodotto qualitativamente controllato dallo Stato.
Il secondo vantaggio indiretto è il contrasto alle mafie, che, come noto, gestiscono illegalmente lo spaccio di droghe. Come già evidenziato più volte anche dalla Direzione Nazionale Antimafia, per contrastare la criminalità organizzata una delle strategie da perseguire è proprio quella della regolamentazione delle droghe leggere. Droghe che rappresentano una delle maggiori fonti di finanziamento per la criminalità, quindi sottrargli questo mercato si dimostra una manovra efficace ed efficiente.
È come quando nei primi del 900’ (1920-1933) la criminalità americana si arricchiva spacciando alcolici, per via del proibizionismo dell’alcol che ai tempi vigeva negli Stati Uniti. Inserendo nuovamente l’alcol nelle sostanze consentite si è, di conseguenza, fermato il traffico illecito.
Non solo lo Stato, ma anche l’intera popolazione beneficerebbe della legalizzazione. Ecco, potrebbe spiegarci quali vantaggi ci sarebbero per i cittadini?
Oltre a ridurre i danni derivanti dal consumo di una sostanza scadente e contaminata, si andrebbero a tagliare i legami tra consumatori e spacciatori. Spacciatore che, nella situazione attuale, potrebbe indirizzare il cittadino al consumo di droghe pesanti. Con la legalizzazione della cannabis invece non ci sarebbe alcun contatto tra i due mercati e quindi si limiterebbe il passaggio dalle droghe leggere alle droghe pesanti.
Inoltre, un prodotto controllato si può vietare ai minorenni. In questo modo si tutelerebbe al meglio anche la popolazione più giovane. E non solo. Con delle campagne di sensibilizzazione adeguate possiamo istruire i cittadini ed evitare che facciano un uso irresponsabile della cannabis.
Un altro vantaggio indiretto potrebbe essere impiegare il gettito fiscale derivante dalla legalizzazione per sostenere iniziative socialmente utili, come già succede nei Paesi che hanno scelto la regolamentazione…
Senza dubbio. In una fase due, dopo aver regolamentato la cannabis, una scelta politica potrebbe essere utilizzare queste entrate per scopi ben precisi, oppure per finanziare progetti sociali, come la costruzione di nuove case, per la sanità, l’istruzione. Ma questa dipenderà da chi in quel momento avrà in mano le redini del Paese.
Prendendo l’esempio del Colorado, dove oggi le aziende organizzano addirittura dei tour guidati per i turisti, il boom dei CSC in Spagna e dei coffee shop ad Amsterdam, pensa che il turismo in Italia potrebbe essere influenzato dalla regolamentazione della cannabis?
Ora l’obiettivo è la legalizzazione, per tutti i benefici sopracitati. Come farlo (ossia il modello che si vorrebbe attuare) non si è ancora deciso. Anzi, in Italia il fenomeno della legalizzazione sembra si sia fermato. Queste sono delle scelte di tipo politico, che, una volta prese, si potranno valutare a livello economico. Teoricamente sì, il turismo potrebbe beneficiarne, ma oggi non possiamo fare alcuna previsione a riguardo.
Infine, secondo diverse ricerche, negli Stati Uniti dove la cannabis è legale aumenta il valore di case e immobili. Crede che si possa verificare anche in Italia?
Se alla domanda precedente avessi risposto: «che con la regolamentazione della cannabis si andrebbe a creare un forte turismo legato al consumo», allora potrei dire che nei luoghi in cui vi sarà quel turismo, diventando dei poli attrattivi, il valore degli immobili potrebbe salire. Ma, come già specificato, non possiamo ancora esprimerci in questo senso.