Interviste

Le Vibrazioni: “la nostra religione è la nostra musica”

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Mi è stata data la grande opportunità di presentare una delle rock band che ha avuto maggior successo in Italia negli ultimi anni, Le Vibrazioni. Ora, io non ho mai avuto idea di come si realizza un’intervista musicale, né avrei mai pensato che mi fosse toccato farne una. Quindi ora eccomi qui, foglio bianco e nessuna idea di come partire… Potrei iniziare in molti modi, cominciando a elencare tutti i loro numerosi successi, le centinaia di migliaia di dischi venduti, l’enorme riscontro ottenuto in tutte le loro date live e le partecipazioni agli eventi più importanti come il Live 8, Heineken jamming festival, Mtv Day, ecc, ma sinceramente credo che chiunque possa trovare questi dati su internet da solo, e siccome ho avuto occasione di poter passare un intero pomeriggio assieme, ho preferito scoprire il loro punto di vista su molte delle tematiche che più ci stanno a cuore in questi giorni, come l’antiproibizionismo, la crisi economica e la qualità della vita in Italia. Le Vibrazioni, nate nella scena underground milanese dei primi anni 90’, hanno da poco cambiato la loro formazione. In seguito alla dipartita del bassista Marco Castellani sono rimasti nella band: Francesco Sarcina (voce), Stefano Verderi (chitarra) e Alessandro Deidda (batteria). Per comodità durante l’intervista mi riferirò direttamente a Francesco.

Le Vibrazioni sono una band alternativa?
Sinceramente, credo che certe classificazioni siano del tutto inutili o addirittura ghettizzanti, credo che sia sbagliato schierarsi in questo senso. Io sono quello che sono e faccio quello che sento, nulla di più. Tutto il resto sono solo autolimitazioni sociali e spesso anche culturali. Va molto di moda essere “alternativi” tra i giovani, molti si credono di esserlo solo perché vanno in piazza a protestare ma, ahimè, sempre più spesso senza la conoscenza delle reali motivazioni. E’ giusto protestare, ma non è solo sufficiente, bisogna prendere atto e coscienza di ciò che accade e pensare avanti. Più che essere alternativi, secondo me, è utile cercare di guardare le cose da un altro punto di vista, un punto di vista personale e non influenzato da mode o tendenze.

Allora qual’è il punto di vista delle Vibraioni? In cosa credete? Cosa ritenete sia fondamentale fare per il futuro?
Sicuramente, la rivoluzione ambientale è una cosa assolutamente necessaria! Da qui a 10 anni le condizioni del nostro pianeta saranno in uno stato critico. Per questo abbiamo spesso collaborato con iniziative relative all’ambiente. Una che sicuramente ha avuto grande riscontro è il video clip del brano “Drammaturgia” che oltre a vantare un cast del tutto unico (Paolo Bonolis, Riccardo Scamarcio e Sabrina Impacciatore), riesce a sottolineare l’importante messaggio del risparmio energetico, in modo ironico e originale sullo sfondo di ”The Rocky Horror Picture show”. Da citare, inoltre, è sicuramente Radio LIFEGATE che in campo ambientale sta conducendo una vera e propria battaglia.

Si parla molto di “crisi globale”. Cos’è? A chi è dovuta?
E’ da quando avevo 15 anni che sento parlare di crisi, recessioni, mercati che crollano e costi che aumentano. Quello che sta succedendo ora, dal mio punto di vista, è solo l’inevitabile conseguenza della standardizzazione del benessere. Questa illusione che “tutti possono essere ricchi” ha portato a un “superconsumo” anche oltre alle reali possibilità, costringendo la gente a indebitarsi. Persino la Camorra, negli ultimi anni, ha spinto molto la cocaina, in quanto è vista da tutti come droga d’elite, quindi perfetta per il clima che si è designato in Italia.

A proposito dell’Italia…
L’Italia è un paese stupendo! Una Terra bellissima e con molta energia. Ma, soprattutto ultimamente, sembra assopita, intorpidita a livello umano, lavorativo e anche musicale. Noi Italiani siamo un popolo senza dubbio vissuto e con molte influenze, che fanno di noi una nazione molto “profonda”. Ma sempre di più sento che, il nostro stato emana una “vibrazione vecchia”. Una specie di “stagno emozionale”, come se tutto lo stivale e i suoi abitanti, avessero bisogno di una grande scossa o di un qualche tipo di rigenerazione. Credo che uno degli errori principali attualmente presenti in Italia sia quello di cercare di seguire l’ideologia e lo stile di vita americano, in un paese del tutto diverso, soprattutto per la presenza del Papa. La quale rende ogni decisione da prendere molto più difficile e delicata. Invece, sono rimasto molto colpito dalla qualità di vita e dall’incredibile organizzazione dei paesi scandinavi. Credo che in quei posti l’uomo abbia trovato il modo di convivere in equilibrio con l’ambiente circostante. Il che è davvero apprezzabile e segno di grande evoluzione.

Ottimo, hai toccato un argomento che ci interessa particolarmente: parlaci del tuo rapporto con la religione.
Innanzi tutto ho fede nella musica, ma soprattutto posso dire che credo in un Grande Spirito che è Madre Natura. Un qualcosa che è attorno a noi del quale dobbiamo avere rispetto perché siamo suoi figli. Non condivido il Cattolicesimo invece. Sembra quasi che usi la paura della morte come strumento di controllo, per far seguire a tutta la gente un’unica direzione con la promessa del paradiso. Credo che ognuno dovrebbe essere libero di vivere la sua vita. Il rispetto per le persone è la prima cosa.

Come vedi il Rock‘n’Roll e tutta la musica in Italia?
Mi piace pensare che il Rock sia “The fucking attitude”, ovvero un modo di porsi alla vita, mentre ora in linea di massima sembra essere rilegato solamente a una pagliacciata, un genere musicale o un’etichetta discografica. La maggior parte dei gruppi presenti al momento, punta ad impressionare il pubblico con “muri” di amplificatori Marshall, più che con lo “spessore” delle loro canzoni. Mi permetto di citare i “Marta sui tubi” che sicuramente, assieme ad altri, rappresentano un valido esempio di rock all’italiana. Per il resto penso che ci sia troppa musica, tutti suonano, ma pochi lo vogliono veramente. La tecnologia aiuta tutti, ma così si viene illusi che si può diventare qualsiasi cosa, perdendo di vista ciò per cui si è veramente portati.

E in mezzo a tutto questo come si differenziano Le Vibrazioni?
Le Vibrazioni, soprattutto negli ultimi 3 anni, si basano principalmente sui rapporti umani. Collaborazioni vere, sentite, senza nessuna meschinità. Tutti i progetti che abbiamo realizzato assieme ad altri, non sono nati dall’incontro a tavolino per rispondere alle esigenze di mercato, ma dalla sincera sinergia di più persone che credono in uno scopo. Purtroppo il sistema che si è creato attorno al settore musicale costringe le band e i musicisti a scendere sempre più a compromessi con le case discografiche, la cosa che più mi preoccupa però, è che ora i compromessi sono sempre di meno il punto d’incontro tra due parti, e sempre di più delle regole fissate unilateralmente. Questo ha fatto sì che noi ci creassimo un nostro “modus operandi” supportando in proprio e anticipatamente i costi di tutti quei progetti che non riescono a decollare per i canali classici, ma che comunque riteniamo debbano vedere la luce. Come appunto il videoclip di “Drammaturgia”.

Domanda MUST per Dolce Vita: favorevole o contrario al proibizionismo?
Direi decisamente contrario, anche se molto spesso in fondo al proibizionismo c’è anche un problema culturale. Sempre molta più gente sembra non saper gestire per niente l’uso delle droghe. Abusandone in ogni modo senza pensare alle conseguenze pensando solo all’utilizzo “ludico” e “ricreativo”. Per me va benissimo divertirsi, anzi proprio io stesso non posso negare di essermi divertito molto in passato. Ma ora mi viene decisamente più spontaneo divertirmi con “testa”. Ovvero penso anche alle conseguenze che i miei gesti possono avere.
Se un giorno mio figlio mi venisse a dire che si è fatto una canna, non riuscirei mai a rimproverarlo di punto in bianco perché ha fatto qualcosa di illegale. Ma piuttosto mi siederei con lui parlando di com’è stata questa sua esperienza, discutendone i lati positivi e i pericoli. Io non dimenticherò mai la mia prima canna! Credo fortemente che il primo approccio di una persona ad una nuova esperienza sia molto importante perché può influenzare tutti i comportamenti futuri in quel campo. E sicuramente un argomento importante, come quello delle droghe leggere, va affrontato con calma, raziocino e soprattutto una mente aperta.

Andrea Carrara
Special thanks: Giorgio Uggeri

 



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