Le potenzialità della cannabis nella cura dell’alcolismo
E’ possibile usare la cannabis nella terapia per la cura dell’alcolismo? Questa la domanda che si è posta Sabina Subbaraman, ricercatrice dell’Alcohol Research Group della California, realizzando una un’analisi della letteratura scientifica riguardante alcolismo e possibili terapie sostitutive. Un tema che, specie negli Usa, ha assunto importanza centrale e potrebbe rappresentare la prossima frontiera della ricerca sulla cannabis in ambito terapeutico.
Secondo la letterattura medica una sostanza per essere considerata una valida terapia contro l’alcolismo deve rispondere a sette parametri:
1) dovrebbe ridurre l’ uso di alcol e i danni ad esso correlati;
2) non dovrebbe determinare danni o almeno essere meno dannosa dell’alcol;
3) il suo abuso dovrebbe essere minore rispetto a quello dell’alcol;
4) dovrebbe essere dimostrato che il suo uso è realizzato in sostituzione all’alcol e non associato ad esso;
5) un suo sovradosaggio dovrebbe essere più sicuro di quello dell’alcol;
6) non dovrebbe potenziare gli effetti dell’alcol;
7) dovrebbe offrire significativi benefici economici per la salute.
I LIMITI DELLE TERAPIE ATTUALI. Sino ad oggi i farmaci considerati più promettenti nella realizzazione di una terapia sostitutiva dell’alcolismo sono il benzodiazepine e gli agonisti GABAergici, tuttavia entrambi mostrano alcune problematiche, e le terapie basate su queste sostanze non sono del tutto soddisfacenti. In particolare le benzodiazepine sono in grado di prolungare il rischio di ricaduta, mentre gli agonisti GABAergici come il Baclofen, se da una lato riducono l’abuso di alcol e migliorano le funzioni epatiche, dall’altro aumentano la sonnolenza alcol-correlata e possono condizionare gravemente le capacità funzionali dell’individuo. Inoltre alcuni agonisti GABAergici come il Clometiazolo possono addirittura diventare fatali se associati all’alcol.
LE POTENZIALITA’ DELL’UTILIZZO DI CANNABIS NELLA TERAPIA. La ricercatrice Sabina Subbaraman ha analizzato le potenzialità della cannabis come terapia sostitutiva sulla base di queste sette caratteristiche, concludendone che tutti i criteri sono risultati soddisfatti o parzialmente soddisfatti (nel senso che la maggior parte degli studi verteva a loro favore, ma non la totalità) ad eccezione del sesto, in quanto in realtà l’assunzione di cannabis insieme all’alcol potenzia gli effetti di quest’ultimo. Secondo lo studio rimangono da verificare altri fattori, occorre in particolare verificare se realmente la cannabis possa rappresentare un sostitutivo sufficente a contrastare il bisogno di assumere alcolici nei casi più gravi di dipendenza. Tuttavia, secondo la ricercatrice dell’Alcohol Research Group, le potenzialità emerse da questa prima analisi dovrebero convincere i ricercatori medici a studiare approfonditamente le potenzialità della cannabis anche in questo settore.