Lascio la città e vado a vivere a Linosa
Siamo a Linosa, una delle più belle isole siciliane e a raccontarci la sua esperienza è Giovanni Confortini, 52 anni, bresciano, che dal 2006 ha deciso di lasciare la città per assecondare la parte più autentica della sua natura: la ricerca della libertà e l’amore per la solitudine.
Sono i primi anni del 2000 e Giovanni comincia ad avvertire un profondo cambiamento nell’aria che si respira nella sua città: “Qualcosa si stava spegnendo, la crisi si stava già facendo sentire e anche le vendite della mia piccola galleria stavano subendo qualche rallentamento. In quegli anni, un’estate, vado a Linosa con amici e subito, appena la vedo dal porticciolo, sento un’emozione molto forte. Capisco in quel momento che i colpi di fulmine esistono anche con i luoghi. Dopo quell’esperienza, ci ritorno da solo: due settimane quasi di eremitaggio per rendermi conto che è lì che voglio vivere.
Conosco Lia, una donna che sarebbe poi diventata non solo una mia meravigliosa amica, ma anche un tramite al mio trasferimento. Da Brescia le telefono regolarmente per informarmi di cosa succede su quella che già considero la mia isola. Così, ad un certo punto, quando lei mi dice che avrebbe trovato una casetta in affitto per me, sentito il prezzo, non ci penso due volte. Parto. Mi libero letteralmente di tutto quello che ho a Brescia e, complice anche la non facile situazione economica, chiudo il negozio e me ne vado. In tre mesi organizzo tutto, compreso un mini trasloco su un furgone stipato di roba con cui, con l’aiuto di un amico, sbarco sull’isola per entrare nella mia nuova casa.”
E mentre mi racconta questo Giovanni volta la telecamera del computer per farmi vedere il panorama di cui gode dal suo terrazzo: una vegetazione accarezzata dal vento, il Monte Vulcano e il mare a perdita d’occhio. Giovanni trascorre le sue giornate tra pittura, passeggiate e contemplazione. Il suo racconto è molto lucido nel raccontare anche alcuni aspetti negativi, o quanto meno complicati del vivere in un posto così: “Certo la mia è una scelta estrema, che è arrivata ad un certo punto della mia vita e per motivi ben precisi. Ma non è facilissimo vivere in un contesto del genere se non hai un carattere di un certo tipo. Per un giovane, per esempio, questo è un posto che non offre particolari stimoli culturali. Forse a vent’anni neanche io ci sarei vissuto così bene. Ma a cinquantadue anni sono consapevole del fatto che anche in una città, come Brescia per esempio, non è che si usufruisca poi così tanto della cultura. Quando parlo con i miei amici mi raccontano di una vita sociale che, forse anche a causa della crisi, si è molto barricata in casa. Per cui credo che, almeno per me, non ci siano dubbi su dove sia meglio vivere.”
Linosa, tre piccoli mini market a conduzione familiare, un desalinizzatore e una centrale elettrica che danno lavoro a qualche famiglia, un medico di base, una scuola elementare con una classe sola e il maestrale che, spesso, la taglia fuori dai collegamenti. E poi il turismo che qui è la fonte principale di lavoro ed entrate economiche e che, per l’estate del 2012 porta qualche preoccupazione: “Le previsioni non sono rosee e un po’ mi preoccupa, anche perché agosto è il mese in cui vendo di più. Ma la crisi c’è, vedremo come si farà sentire qui.”
Quella di Giovanni è la storia di una solitudine cercata e difesa con ogni mezzo, ripagata da meraviglie di altro tipo: “Guarda qui ci sono cieli stellati sempre, una via lattea che sembra infinita e colora di bianco tutto il cielo, i delfini, le tartarughe, uccelli migratori. Tutte cose che, nonostante le difficoltà, mi fanno svegliare ogni mattina felice della mia scelta.” L’unica cosa che potrebbe spingere Giovanni lontano da qui è il lavoro: “A volte penso che se fossi in un posto più turistico venderei decisamente di più. E poi c’è sicuramente la voglia di vedere anche altri posti, magari anche altre isole, perché no? Sicuramente devo trovare altri canali di vendita, ma se potessi vendere di più stando qui non mi muoverei per niente al mondo.”
a cura di Geraldine Meyer
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