Lasciamo vivere Christiania
Si può scegliere tra uno dei sette diversi ingressi per entrare a piedi nella comunità aperta di Christiania. Accedervi significa immergersi in un’atmosfera totalmente diversa dal resto delle città moderne occidentali, compresa15. Quiete, silenzio, ossigeno sono le prime qualità specifiche che si possono percepire. La totale assenza di automobili e quindi del traffico e dello smog, dichiara la volontà esplicita dell’esigenza di vivere in perfetto connubio con l’ambiente. Si può circolare a piedi o con le biciclette locali, in quanto inventate e realizzate appositamente per le esigenze quotidiane delle vite dei cittadini.
Tra le più apprezzate c’è la versione familiare: una bicicletta con un contenitore davanti, capace di accomodare bambini, animali e capienti buste della spesa. Insomma una bicicletta tuttofare, diffusissima in città. Si rimane sorpresi nel vedere la quantità di cani robusti e di bambini a cavallo di pony scorrazzare tra le vie o fare acrobazie con gli skate e le biciclette. Anche la fauna locale sembra avere trovato qui il giusto rifugio. Circondata dall’acqua c’è un’isola, riservata per volere dei cittadini a riserva naturale per gli uccelli che la abitano, e non si contano le specie di piante e rose che gli stessi residenti hanno seminato e coltivato durante gli anni.
Ci si imbatte spesso in gruppi turistici di ogni età (più di un milione l’anno), approdati qui per esplorare l’intera aerea che da Pusher Street si dirama in mille vie che costeggiano il fiume o semplicemente in cerca di relax e divertimenti. Reggae, elettronica, musica etnica e jazz sono i generi musicali più apprezzati. Si può anche mangiare nell’ottimo ristorante vegetariano e mille sono le iniziative che in trent’anni di vita si sono sviluppate, come il laboratorio artigianale gestito da tre fabbre, negozi di abbigliamento artigianale equo solidale, drogheria, gallerie d’arte.
Gli abitanti di questa comunità hanno cercato di dare una risposta anche ai turisti: chi vuole saperne di più deve solo rivolgersi all’ufficio informazioni. I christianiti sono una comunità disponibile, comunicativa, impegnata socialmente che cerca attraverso un’assemblea generale di arrivare ad una decisione unanime per ogni tema preso in considerazione. Una comunità non connotata politicamente, basata su tre leggi specifiche quali la non violenza, il non possesso di armi e la non assunzione e quindi vendita, di droghe pesanti.
Una realtà voluta e realizzata in trentacinque anni di occupazione con le forze fisiche e psicologiche degli stessi residenti, che all’inizio degli anni ’70 si sono insediati e che hanno trasformato una zona militare abbandonata, autonomamente, ma inizialmente con il consenso del governo, in eclettiche abitazioni decorate da colorati graffiti. Ci sono inoltre asili, spazi per il tempo libero per giovani e adulti, l’ufficio postale, l’economato, l’organizzazione per lo sviluppo ambientale ed architettonico (NYT FORUM), un centro di operatori ecologici, un gruppo di attivi giardinieri. Una città nella città, in cui però come ribadisce la bandiera si mettono dei puntini gialli sulle i!
Dal 2001 in consonanza con l’ideologia e la politica del nuovo governo di centro-destra del liberale Anders Fogh Rasmussen (alleato con gli estremisti di destra del partito nazionalista), Christiania subisce il vero colpo di grazia inferto dalla politica della “normalizzazione”. Ma questo è stato solo l’inizio: un modo bene educato per dire “sgombero”, che oggi addirittura diventa “tolleranza zero verso Christiania”. Strano è che nella via dello spaccio, Pusher Street appunto, da circa due anni in mano a organizzazioni clandestine, non si veda, soprattutto di sera, nessun poliziotto. E’ molto pericoloso infatti infrangere il divieto di scattare immagini o filmare in questa strada, al punto che neppure i cittadini di Christiania possono contenere le reazioni che questa persona subisce se viene colta in fragrante a compiere quest’atto. E pensare che gli amabili abitanti sono anche solidali nei confronti del potere rappresentativo della regina, alla quale ogni anno mandano un dono artigianale per augurarle buon Natale!
Dal Club della Birra locale a quello sportivo, dal gruppo di supporto per il Tibet alla galleria d’arte e al centro di ricerca, ognuno dentro Christiania si sente ospitato in una comunità basata sul rispetto e sulla conoscenza reciproca. Senza aspettative si ritiene che ognuno sia libero di essere senza aver avere nulla da dimostrare. Il motto di Christiania è infatti “vivi piano, ma veloce” ed è rappresentato da una lumaca posta vicino ad uno degli ingressi alla città. Significa che seppur le azioni possano richiedere del tempo per concretizzarsi, nella mente invece i pensieri posso svilupparsi più velocemente.
Nonostante queste imposizioni la comunità si è sempre gestita in modo abbastanza autonomo. Se fossero accettate le nuove leggi speciali si verificherebbe l’annullamento di questa realtà: autonomia e autogestione non esisterebbero, verrebbero abbattuti anche i colorati e particolari edifici; si metterebbe in pratica la negazione dei diritti e della proprietà collettiva; ci sarebbe l’apertura all’edilizia speculativa e alla proprietà privata delle case; verrebbero sciolti gli organismi organizzativi autonomi. Un compromesso invece sarebbe attuabile se il governo accettasse di ascoltare le alternative che i membri della commissione generale hanno provato a proporre, senza risultato.
Le proposte avanzate riguardano la legalizzazione dei posti di lavoro e l’economia attraverso un’organizzazione alternativa della società; la valutazione di progetti architettonici di nuove abitazioni amministrate e finanziate dalla comunità; l’accettazione di un modello giuridicamente valido come un’associazione, fondazione o cooperativa di abitanti, che salvaguardi la struttura di libera democrazia di base attraverso il modello di consensus mundi.
Molte le persone che nel corso del tempo hanno vissuto qui e che sono state accettate dalla comunità perché riconosciute come forza propulsiva degli stessi valori fondanti. Nessuno infatti può vendere ciò che non gli appartiene. Le abitazioni vengono passate da famiglia in famiglia a seconda delle esigenze di spazio necessarie al nucleo familiare. L’assemblea generale delibera come gestire e ridistribuire gli spazi abitativi. La stessa modalità viene attuata per la scelta del vicinato. “ogni volta che si spendono soldi pensateci!” dice un fondatore, alla luce anche di quanto accaduto riguardo lo sgombero e gli scontri con la polizia in piazza, per la demolizione della “casa dei giovani”, Ungdomshuset.
http://www.christiania.org/
http://it.wikipedia.org/wiki/Christiania
http://www.christianiabikes.com/
http://www.repubblica.it/2006/08/sezioni/esteri/christiania/christiania/christiania.html
http://www.karsten-s.dk/
http://www.globalproject.info/globaltv-it.html