L'arte che nasce in strada, le periferie cambiano volto
Dal 18 giugno Comune e Regione promuovono tredici “cantieri” a cielo aperto in cui graffitisti di varia estrazione dipingeranno le facciate di case popolari. Tra loro Dado, M-City, Hitnes, Eron, Rusty, Honet.
Neanche un anno fa, in un´intervista a “Repubblica”, uno dei writer storici di Bologna, Dado, lanciava un appello all’amministrazione: «Perché non aprire qui un tavolo comune, per valorizzare il writing come pratica artistica, facendo i distinguo col degrado sui muri?». La risposta dell’assessore Alberto Ronchi, dopo mesi di lavoro, e la collaborazione dell’assessorato regionale di Massimo Mezzetti, è arrivata.
Va in scena «Frontier – La linea dello stile», manifestazione curata da Fabiola Naldi e Claudio Musso che da metà giugno a fine luglio trasformerà la città in un grande museo a cielo aperto. Ospiti tredici artisti di fama internazionale, italiani e stranieri, che bombolette e rulli alla mano interverranno su altrettante case Acer, sparse in diversi quartieri, creando monumentali writing e wall painting. Sono Phase II, Daim, Does, Honet, M-City, i bolognesi Cuoghi Corsello, Rusty e Dado, e gli italiani Joys, Etnik, Eron, Hitnes, Andreco, e i loro lavori non hanno nulla a che fare con gli scarabocchi che deturpano tanti angoli del centro. Tendono piuttosto a quella forma creativa che Francesca Alinovi teorizzò negli anni Ottanta e cui la Gallieria d’arte moderna dedicò nell’84 la mostra «Arte di frontiera».
«Bologna ha visto nascita e sviluppo di questa produzione artistica e ne ridiventerà un punto di riferimento internazionale – ha detto ieri Ronchi alla presentazione -. Con una riflessione, quella di non confondere queste forme d’arte col degrado». Non a caso a guidare l’evento sono due storici dell’arte, e Fabiola Naldi ha già proposto uno studio sul tema, curando il Muro Dipinto di Dozza. Ulteriori contributi verranno raccolti in un catalogo edito da Damiani, e in un convegno da farsi nel gennaio 2013 al Mambo. «Questa forma d’arte deve rimanere fuori dalle istituzioni, perché è l’unica oggi a nascere sulla strada e a rimanerci – spiega la curatrice -. Ma è giusto che al museo si faccia il punto critico e storico su un movimento che ha anche aspetti sociali e antropologici. I lavori realizzati mostreranno come nel tempo si siano sviluppati stili e concetti diversi, oggi contaminati anche con il design, il fumetto»
L’operazione sarà spiegata al pubblico in un incontro, oggi alle 18 in Sala Borsa. E sabato 19 Officina Adolescenti dedica un intero pomeriggio, dalle 16 alle 20.30 in piazza Nettuno, a hip hop e graffiti. Da qui, il 27 giugno e il 18 luglio, partiranno alcuni percorsi di trekking urbano, per visitare le nuove opere. Il dipartimento educativo del Mambo curerà invece una serie di laboratori rivolti agli inquilini delle case interessate. L’operazione è sostenuta da Comune (20mila euro), Regione (circa 10mila) e privati, ed è inserita nel cartellone estivo stilato da Ronchi.
di Paola Naldi
fonte: bologna.repubblica.it