Lampade CMH e Double Ended: le nuove generazioni di bulbi per coltivare indoor
L’uniformità e l’intensità della luce generate dalle lampade indoor sono due aspetti fondamentali per la qualità dell’ambiente all’interno della coltivazione: ecco dei suggerimenti utili.
Se state progettando l’allestimento di un impianto luci destinato alla vostra coltivazione indoor, è importante ricordare che l’uniformità della luminosità nell’ambiente è determinante tanto quanto la sua intensità.
Una delle tipologie di prodotti più apprezzate ultimamente è quella delle lampade CMH (note come LEC, Light-Emitting Electrochemical Cell). Sono dei prodotti rivoluzionari: un enorme passo in avanti in termini di dimensioni, peso e costi. Le lampade CMH hanno il migliore ratio PAR per watt di tutte le lampadine da coltivazione. Se si utilizza un alimentatore elettronico con il bulbo CMH, si ottiene uno spettro di luce completo, tra i più simili alla luce solare – con livelli di UV bilanciati – vicini a quello delle moderne lampade al plasma. Per esempio, una lampada CDM (nome del bulbo CMH) da 3100°K 315W genera circa PPF 600 µmol e un flusso medio di 36000 lumen (fino a 40000lm se si effettua una lettura da vicino).
Esiste poi un’altra tipologia innovativa di lampade per la coltivazione indoor: le HPS Double Ended. Queste lampade sviluppano il più alto flusso di µmol/m2, garantendo una efficienza luminosa del 30% superiore rispetto alle classiche HPS. Queste lampade sono caratterizzate da un doppio attacco, passando così dal “single ended” al “double ended” e utilizzano alimentatori elettronici ad alte frequenze con voltaggio di 400V.
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