Il lago più radioattivo del mondo dove basta un’ora per morire
Il tasso di radioattività del lago Karachay, in Russia, è maggiore che a Chernobyl. Ecco come è diventato uno dei posti più pericolosi del pianeta
Il lago Karachay, a volte scritto anche Karachai or Karachaj, si trova a sud degli Urali, in Russia, ed è considerato il lago più radioattivo del mondo. Basta un’ora di balneazione per rimetterci le penne.
La sua radioattività deriva dalle scorie provenienti dall’impianto nucleare Mayak che lo include nel suo perimetro di massima sicurezza.
Il lago è rimasto fuori dalle mappe per anni, fino al 1992 quando il mondo venne a sapere della sua esistenza dal presidente Boris Yeltsin che invitò gli scienziati occidentali a visitare l’area per capire cosa si potesse fare per ridurne la pericolosità.
IL LAGO PIÙ RADIOATTIVO DEL MONDO
La centrale nucleare Mayak fu costruita in gran segreto, fra il 1946 ed il 1948, e in tutta fretta senza badare troppo alla sicurezza dei lavoratori e a come gestire i rifiuti e l’acqua contaminata. I reattori di Mayak vennero usati per fornire plutonio per la bomba atomica sovietica.
L’acqua del lago non bastava per raffreddare i reattori della centrale, per cui i russi pensarono di usare l’acqua di un altro lago un po’ più lontano, il Kyzyltash.
Poiché le scorie vere e proprie manifestavano una radioattività troppo elevata per tenere i fusti sotto la centrale, si pensò bene di sistemarle nel lago Karachay, più a portata di mano. Se e quando la radioattività si fosse abbassata, le scorie nel lago Karachay sarebbero state riportate nel deposito sotterraneo di Mayak.
Il ritorno dei fusti a Mayak non è mai avvenuto e dal 1951 al 1957 si continuarono a depositare scorie nel lago, a volte dentro fusti altre volte tout-court, senza nessun tipo di protezione.
Ovviamente il lago divenne un grande brodo radioattivo.
LE MALATTIE SPECIALI
Il trasporto di radioattività nel lago terminò nel 1957 quando parte dei depositi sotterranei di Mayak scoppiò: settanta tonnellate di materiale radioattivo vennero sputate in aria, un gettito di un chilometro e mezzo di altezza. La pioggia radioattiva colpì tutto il circondario. Tutta l’area fu contaminata. Il governo decise di disperdere il materiale radioattivo in altri laghi del circondario e nel vicino fiume Techa, non lontano da varie cittadine.
Ai medici per anni fu proibito di parlare di radiazioni nelle cartelle mediche e nelle diagnosi della popolazione. I danni da radioattività si chiamavano “malattie speciali”.
I russi furono bravissimi a tenere tutto sotto segreto per anni. L’incidente del 1957 non è stato l’unico, ma solo il più grande.
Nel 1967 una forte siccità portò il lago Karachay a prosciugarsi, aumentando la concentrazione di monnezza radioattiva. I fondali del lago rimasero scoperti e i venti aridi portarono sabbia e scorie fra i cittadini.
LA CONTA DEI DANNI
Si stima che 500.000 persone vennero esposte alla radioattività in un’area di quasi 2500 km quadrati.
Nel 1978 si pensò di cementificare il lago in modo da contenere la dispersione. Ci hanno lavorato, da soli e con l’aiuto degli occidentali, fino al 2016, cioè per 38 anni. Ora il lago è quasi del tutto scomparso e al suo posto c’è una distesa di cemento. Il sedimento del lago è completamente coperto di materiale radioattivo, spesso tre metri e mezzo.
Karachay è oggi il posto più radioattività del mondo. Più di Chernobyl.
Nel lago si sono 3.6 exa-becquerels (unità di misura di radioattività) da cesio 137 e in un’area limitata. A Chernobyl ne furono rilasciati 0.085 exa-becquerels e su un area molto molto più grande.
Nella regione si registra il 21 percento di incidenza in più di tumore rispetto al resto della Russia, il 25 percento in più di danni alla nascita, e il 41 percento in più di leucemia.