La vera storia della cucaracha
Ecco la maniera d’agire della propaganda proibizionista alla canapa, com’è avvenuta sulla canzone “La cucaracha”, il corrido di marcia dell’esercito contadino comandato da Pancho Villa (1878-1923), il condottiero messicano che, nel bene e nel male, ha guidato il suo popolo alla Rivoluzione. Il corrido è una canzone popolare narrativa in forma poetica, una ballata messicana spesso improntata sull’oppressione, la vita dei contadini e volta a divulgare importanti informazioni sociali. Con l’uccisione del Generale Villa, la storia del rivoluzionario, così come la canzone originale, è stata censurata in chiave capitalistica. Nei libri scolastici, i villisti, i seguaci di Pancho Villa, sono divenuti i villani, non nel senso nobile del termine (lavoratori della terra), e le parole “marijuana de fumar“, contenute nel ritornello della canzone, sono state sostituite da “dinero para gastar” (trad., denaro da spendere).
Ecco il testo della simpatica canzone, in una delle sue versioni originali, che esprime lo spirito della milizia villista.
LA CUCARACHA
La cucaracha, la cucaracha,
Ya no puede caminar;
Porque no tiene, porque le falta
marijuana que fumar.
Ya murio la cucaracha,
Ya la llevan a enterrar,
Entre cuatro zopilotes
Y un raton de sacristan.
La cucaracha, la cucaracha,
Ya no puede caminar;
Porque no tiene, porque le falta
marijuana que fumar.
Con las barbas de Carranza,
Voy a hacer una toquilla,
Pa’ ponersela al sombrero
De su padre Pancho Villa.
La cucaracha, la cucaracha,
Ya no puede caminar;
Porque no tiene, porque le falta
marijuana que fumar.
Un panadero fue a misa,
No encontrando que rezar,
Le pidio a la Virgen pura,
marijuana pa’ fumar.
La cucaracha, la cucaracha,
Ya no puede caminar;
Porque no tiene, porque le falta
marijuana que fumar.
Una cosa me da risa:
Pancho Villa sin camisa;
Ya se van los carrancistas
Porque vienen los villistas.
La cucaracha, la cucaracha,
Ya no puede caminar;
Porque no tiene, porque le falta
marijuana que fumar.
Para sarapes, Saltillo;
Chihuahua para soldados;
Para mujeres, Jalisco;
Para amar, toditos lados.
Traduzione in italiano (grazie a Daniela Caronia):
LO SCARAFAGGIO
Lo scarafaggio, lo scarafaggio,
non può più camminare,
perché non ha, perché gli manca
la marijuana da fumare.
Ormai è morto lo scarafaggio
ormai lo portano a seppellire,
tra quattro avvoltoi
e un topo come sacrestano.
Lo scarafaggio, lo scarafaggio,
non può più camminare,
perché non ha, perché gli manca
la marijuana da fumare.
Con la barba di Carranza
farò una sciarpa,
per metterla sul cappello
di suo padre Pancho Villa.
Lo scarafaggio, lo scarafaggio,
non può più camminare,
perché non ha, perché le manca
la marijuana da fumare.
Un panettiere andò alla messa
non trovando di che pregare,
chiese alla Madonna pura
marijuana da fumare.
Una cosa mi fa ridere:
Pancho Villa senza camicia,
ormai se ne vanno i carranzisti
perché arrivano i villisti.
Lo scarafaggio, lo scarafaggio,
non può più camminare,
perché non ha, perché gli manca
la marijuana da fumare.
Per le coperte, Saltillo;
Chihuahua per i soldati;
Per le donne, Jalisco;
Per amare, tutti i posti.
La canzone è in forma poetica e ci vuole la parafrasi per comprenderla meglio. Sul ritornello, la parte censurata, “lo scarafaggio non può più camminare perché gli manca la marijuana da fumare”, ci sono varie teorie. La più accreditata è quella che parli dell’esercito villista, alla ricerca di marijuana da fumare, mentre c’è chi sostiene “la cucaracha” fosse in quel periodo un sinonimo di spinello in messicano. La teoria più attendibile è ritenuta quella che “la cucaracha” sia un soprannome di Pancho Villa, il quale, stanco ha bisogno di marijuana da fumare, ma non ho trovato documenti che certificano il consumo di marijuana da parte del generale.
Un’altra teoria sostiene, invece, che lo scarafaggio sia riferito alla sagoma di Pancho Villa, scortato in macchina dai soldati, con le braccia e le gambe fuori dai finestrini, alla ricerca di calura, come si narra fosse solito fare. Indagando in questa direzione, ho scoperto come Villa fosse tra le celebrità che hanno guidato una Modello T, l’auto alimentata a etanolo di canapa costruita ad inizio secolo da Ford. La “marijuana da fumar” era quindi l’etanolo di canapa per la Ford Modello T, probabilmente la Touring del 1915. La verità è raccontata anche in un video su YouTube, intitolato “Quien fue La cucaracha?”, ma il filmato asserisce “La Cucaracha” sia la macchina su cui è morto il Generale. In realtà quell’auto non era una Ford, ma una Dodge, non funzionava a etanolo di canapa ed è ora parcheggiata al Museo della Rivoluzione di Chihuahua.
A rafforzare la teoria, il fatto che a quel tempo la Modello T avesse diversi soprannomi e pure Henry Ford in persona era solito riferirsi all’auto con il soprannome di Mechanical Cockroach (trad. scarafaggio meccanico), per la sua forma, uno dei tanti nomignoli attribuiti a questo modello (Virginia Scharff, Taking the Wheel: Women and the Coming of the motor Age, University New messico press, 1992, pag 241). Il dubbio scompare leggendo la versione di un libro su Henry Ford dove si accenna, tra le curiosità, a una ritirata di Pancho Villa sulle montagne a Nord del Messico, a bordo di una Ford Modello T (Raynold M., Heanry Ford and the Grass-root America, University of Michigan Press, 1972, pag. 241).
Gli americani hanno quindi censurato la canzone “La cucaracha” perché non volevano il corrido diffondesse l’idea che le auto potessero essere alimentate a etanolo di canapa. Parafrasando il ritornello, quindi, la macchina non può più camminare, muoversi, perché le manca etanolo di canapa per la carburazione.
Continuando nella parafrasi, la prima strofa racconta di questo scarafaggio, morto, con quattro avvoltoi e un topo come sagrestano, pronti a fargli il funerale. La macchina è ferma, senza carburante e qualcuno vorrebbe già demolirla.
La seconda strofa parla invece di Venustiano Carranza, un politico e militare messicano opposto a Pancho Villa ed Emiliano Zapata, con l’esercito villista pronto a fargli letteralmente la barba per metterla sul cappello del proprio comandante, come ornamento. Da questa strofa si può intendere quanto l’esercito di Pancho Villa fosse una brigata determinata e preposta una rivoluzione felice.
La terza strofa parla invece di un panettiere alla ricerca, in una Chiesa, di etanolo di canapa, chiedendola ironicamente alla Madonna Maria, mentre la quarta pone una bell’immagine del comandante messicano senza camicia, dopo una vittoria, mentre i carranzisti, l’esercito di Carranza, si ritira, e arrivano i villisti.
Ancora, l’ultima strofa discorre di alcune località messicane. Saltillo, famosa per le coperte. Jalisco è invece un altro Stato messicano, famoso per le belle donne. La canzone finisce consolando con l’amore, adatto a ogni luogo.
Si tratta di una canzone bella, allegra, divertente, impegnata, ma troppo solare per i petrolieri.
Davide Calabria