La storia dei Crooklyn Dodgers
In occasione dell’uscita del film “Crooklyn”, il regista Spike Lee pensò che a rappresentare la Brooklyn del film (ambientato negli anni 70) dovesse essere un gruppo di rapper legati al mondo dell’hip-hop. Special Ed, Masta Ace e Buckshot furono i prescelti, e marcarono la storia di questa musica con il meraviglioso brano “Crooklyn”, prodotto da Q-Tip e Ali Shaheed Muhammad degli A Tribe Called Quest. In quest’articolo, i protagonisti di quella traccia ricordano il processo di formazione del gruppo e del brano stesso, svelando scenari inediti di cui mai si era parlato. Al termine dell’articolo potrete ascoltare questa perla del 1994, ad opera dei Crooklyn Dodgers!
La genesi dei Crooklyn Dodgers.
Q-Tip: Spike Lee mi chiamò e mi chiese di metter su il gruppo. Disse solo di volere MC’s di Brooklyn, quindi avevamo una sceneggiatura del film e chiamammo Ol’ Dirty Bastard, Masta Ace, Special Ed, Buckshot e altri due-tre rapper. Stavamo guardando il film e ODB si alzò dopo dieci minuti e disse “Dai, nessuno viene sparato in questo film!” e se ne andò. Quindi gli MC’s che rimasero finirono sul disco.
Buckshot: Spike voleva mettere insieme un progetto e mi pare scelse il team lui stesso, contattando tutti. Sapeva esattamente cosa voleva, per quanto ne so. Disse “voglio un team che rappresenti Brooklyn, la Brooklyn conscious“.
Special Ed: Fu Q-Tip o qualcuno del suo gruppo che mi contattò. Q-Tip produsse la traccia e credo avesse il compito di mettere insieme alcuni dei migliori MC’s di Brooklyn, e fu così che venimmo scelti per quel ruolo.
Buckshot: Non ci fu alcun indicazione di Spike su cosa dovesse riguardare la canzone, disse solo “E’ una canzone che deve rappresentare Brooklyn, e il progetto si chiama Crooklyn Dodgers”.
Special Ed: Era ovvio, si trattava di un anthem di Brooklyn. Spike Lee non disse come doveva essere il pezzo, ma ci seguiva da vicino e venne nel mio studio, il Dolla Cab Lab.
Nel Dolla Cab Lab.
Situato nella sezione di Brooklyn nota come Flatbush, il Dolla Cab Lab era uno studio di registrazione, proprietà di Special Ed. Questo luogo divenne il quartier generale dei Crooklyn Dodgers.
Special Ed: Il Dolla Cab Lab era la mia creatura! Era uno studio che misi su io stesso: quattro camere, tre delle quali dotate di strumentazioni, e la stanza principale in cui tutti registravano, e poi l’area lounge. Il Dolla Cab Lab fu lì per quasi 10 anni. Lo usavo per registrare la mia musica, anche Biggie Smalls e la Junior M.A.F.I.A. registrarono lì, anche Tupac, fu realizzato lì anche un mixtape con Busta Rhymes e la Boot Camp Click di Buckshot, insomma vi passarono tantissimi artisti. Era situato fra Utica Avenue e Avenue M.
Masta Ace: Ricordo di essere sorpreso dalla location del Dolla Cab Lab, perché ero passato in quel posto un milione di volte ignorando completamente la sua esistenza. Era su una specie di negozio. Ricordo di aver salito un mucchio di scale, e sopra c’era una piccola sala di controllo con le macchine.
Buckshot: Spike Lee stesso venne ai tempi, e Q-Tip che produsse la traccia, avevamo anche DJ Evil Dee (produttore e DJ dei Black Moon) che aiutò Q-Tip con le macchine. Era questo piccolo angolo. Io, Special Ed ed Ace eravamo nell’altra stanza a rappare e c’era Spike Lee che si rilassava e parlava di film.
Q-Tip: Era scuro e c’era una bell’atmosfera e un’ottima ‘vibe’ nello studio. Eravamo lì e facemmo la base quasi subito.
Buckshot: Evil Dee adorava la canzone. Lui aiutò Q-Tip con il beat, quindi alcune cose che senti sulla base le aggiunse lui, altre le aggiunse Q-Tip. Lavorarono insieme, in un certo senso. La batteria era super-potente perché Q-Tip era grande in questo campo, ma Evil era fantastico in altre cose.
Special Ed: Buckshot andò in studio e fece il suo verso, boom boom boom! Tutti rimasero tipo “oh cazzo!”. Fatta la sua strofa pensammo ci volesse un ritornello per la canzone, e io proposi “Perché non scratchate il ritornello?” Qualcuno disse “Forse dovresti farlo tu”. Così portai il brano a casa. Gli scratch erano pezzi di Guru (“The Place Where We Dwell”) e dei Black Moon (“Who Got Da Props”). A quei tempi ero solito ascoltare altri dischi per imparare le rime. Quando dissero che la canzone si sarebbe chiamata “Crooklyn”, pensai subito alla strofa di Guru quando disse “Never taking shorts ‘cause Brooklyn’s the borough”. Pensai “Questa qui è grandiosa!”. Qualche tempo dopo in quella giornata mi venne in mente “Who Got Da Props”, dove dice “Straight from Crooklyn, better known as Brooklyn”. Così cercai di combinare le due frasi. Questi versi furono le mie uniche scelte. Funzionò. Tra l’altro, Spike Lee fu quello che inserì il sample della telecronaca del baseball nel brano, quindi su può dire che anche Spike produsse il brano!
“We did it like that / And now we do it like this…”
La versione finale di “Crooklyn” si basa su questi versi di Buckshot “take people on a trip down memory lane and a tour of Brooklyn”. Ma questa direzione si concretizzò solo dopo l’intervento di Spike Lee, visto che una versione originale della canzone seguiva un tema molto più grezzo e standard per I canoni del rap.
Masta Ace: Ricordo di essere andato nello studio, e Tip ed Ali (Shaheed Muhammad degli A Tribe Called Quest anche lui) erano lì, ed avevano un’idea per il beat, che non era ancora complete, e la ascoltammo e tutti ne erano entusiasti. Così portammo il beat a casa e cominciammo a scrivere le nostre strofe. Nella versione originale, la batteria era davvero potente, ma così non riuscivi ad ascoltare parti del sample e dei bassi. La batteria era semplicemente troppo rumorosa e pensai che avevamo tutti i pezzi del puzzle, ma il mix non era perfetto. Ricordo solo di sentire queste batterie, e Q cominciò a lavorarci ed a far emergere i bassi, e altre parti del sample. Poi ultimò il mix, e solo allora ho potuto ascoltare com’era veramente la traccia.
Il beat cambiò parecchio con il mix finale, ma il cambio maggiore lo subirono le strofe. Finimmo la canzone, e andammo in uno studio più grande – non ricordo qual era – e facemmo la canzone davanti a Spike Lee. Lui ascoltò i versi, che in effetti parlavano di quanto eravamo forti, e altre cose.. i tipici versi rap. Spike pensò che avevamo bisogno di vedere meglio il film, perché la canzone doveva riflettere maggiormente quello che era il tema del film, cioè gli anni 70. Così lasciammo lo studio e lui organizzò una proiezione del film – andammo in una piccola sala per proiezioni e guardammo il film molto prima che uscisse nelle sale – e dopo averlo visto, cominciai subito ad avere delle idee relative ai contenuti della mia strofa. Qualche giorno dopo tornammo in studio e registrammo cercando di colpire il vero senso del film.
Q-Tip: Già, inizialmente era come se tutti stessero facendo un freestyle di 2 minuti, poi registrarono strofe diverse e rimettemmo tutto insieme.
Masta Ace: Non ricordo neanche un verso delle strofe originali! Ma dovrei avere una cassetta da qualche parte, con la versione iniziale della canzone.
“Howard, Tapscott and Sutter / I remember way back in the day playing hot peas and butter…”
Buckshot, Masta Ace e Special Ed scelsero strade diverse per mettere su la parte della canzone in cui si passano il microfono, in “Crooklyn”. Masta Ace collegò il passato al presente, modernizzando personaggi degli show televisivi degli anni 70; Special Ed cercò di intraprendere un discorso filosofico sulla vita e i tempi di un bambino di Brooklyn, mentre Buckshot riempì le sue rime di riferimenti ai posti in cui è cresciuto. Ecco come fecero.
Q-Tip: Le strofe erano veramente potenti. [comincia a rappare] “Howard, Tapscott and Sutter / I remember way back in the day playing hot peas and butter”. Mi piace questa roba! E il verso di Special Ed “Give me a dollar for the trouble / Or get blown up like a bubble”, e quello di Masta Ace “We be doing it up Crooklyn-style / What does it take to get you wild?” Adoro tutta la canzone!
Buckshot: Sono cresciuto a Tapscott (Street), al numero 51 di Tapscott. Sono cresciuto anche a Brownsville. Ho omaggiato tutti i posti in cui ho vissuto: dico “Peace to C.I. and the Bush”. Ho vissuto a Coney Island per un paio d’anni, nella 33esima strada fra Surf e Mermaid (Avenues). Ho condiviso la mia esperienza di vita in tutta Brooklyn. Il mio primo ricordo di Tapscott fu l’incontro con gli spacciatori del quartiere, e ad uno di loro piaceva mia sorella, quindi mi permetteva di stare con loro in quella zona. Fu allora che cominciai a capire “Aspetta un secondo, queste strade sono posti pericolosi!”. Ho vissuto in molti posti, ma Tapscott fu il primo posto cui passavo tutto il tempo dove si spacciava. Non che io voglia esaltare questa cosa, ma mi insegnò che quello non era il posto in cui volevo essere. Ho avuto la fortuna di avere presto quell’esperienza. “Hot peas and butter”, sai, era un gioco che facevamo tutti nel quartiere (una sorta di “acqua e fuoco”). Facevamo giochi tipo skelly (sarebbe più o meno la nostra “campana”), acchiapparello e hot peas and butter. Tutti quei giochi erano parte della mia crescita. Scelsi hot peas and butter perché rimava con Sutter.
Special Ed: Quando parlo di “If you know the Ave, follow the path” intendo Church Avenue, Flatbush Avenue.. qualsiasi strada principale di Brooklyn.
Masta Ace: Io sono di Brownsville, quindi dico “I come from the ‘Ville and never ran”. Ricordo delle estati veramente calde in cui correvamo nel quartiere. Eravamo circondati da palazzi (projects, ndr) – io vivevo in uno di questi, e c’erano altri dieci palazzoni nello stesso quartiere – e ricordo che andavamo in altri projects a quelle che chiamavamo jam, in cui un dj metteva su la musica e suonava.
Special Ed: Era una mia idea (quella di unire un verso degli A Tribe Called Quest). Venne fuori da “Award tour with Muhammad my man” (da “Award Tour” degli ATCQ) e io lo stavo facendo per Brooklyn, così dissi “I’m in a world war with Muhammad my man”. Era il mio omaggio a Q-Tip e Ali per aver prodotto la traccia.
Buckshot: Il flow di Special Ed era particolare, e Masta Ace era sempre così creativo, e lui citò Rerun e Roger per ricordare la cultura che ci ha influenzato da piccoli. Conoscevamo lo show televisivo (“What’s Happening!!” di cui Rerun e Roger erano protagonisti). Ciò che vedevamo in televisione ci influenzava in strada.
Masta Ace: Quando Spike ci mostrò il film e io vidi com’erano vestiti, ricordai davvero la vita a Brooklyn da piccolo. La cosa che più mi piaceva era stare con mia nonna a guardare un mucchio di programmi quando guardavamo la tv insieme. Guardavamo “The Partridge Family”, “Barney Miller”. Pensavo fosse una bella cosa parlare di alcuni personaggi degli show televisivi, pensando a cosa-potrebbero-fare-adesso, visto che non sono più gli anni 70, ma i 90.. addirittura 20 anni dopo e quella roba è ancora assurda! Ho cercato di unire gli anni 70 con i 90.
Buckshot: La Franklin Avenue Posse era praticamente dov’ero io. E’ una strada a Crown Hights, in Brooklyn. Tante persone di talento venivano da quel quartiere, per questo ogni volta che parlo di Crown Heights ne sono orgoglioso. Volevo che lo sentisse anche Spike Lee, per portare un po’ di luce in Franklin Avenue.
The Return of the Crooklyn Dodgers.
“Crooklyn” rimane l’unica canzone rilasciata dai Crooklyn Dodgers originali. Una sorta di seguito comparve un anno dopo, per il film “Clockers” di Spike Lee, ma questa volta il team era composto da Chubb Rock, O.C. e Jeru the Damaja al microfono, su una produzione di DJ Premier. A sentire un membro del team originale però, il piano era quello di registrare un intero album come Crooklyn Dodgers..
Special Ed: Parlammo di fare un altro pezzo, ma credo tutti fossero interessati a lavorare insieme. Mi faceva piacere ricevere una richiesta del genere, perché era la mia prima collaborazione in cui venivo invitato.
Q-Tip: No, non ci furono altri progetti. Io in ogni caso non potevo.
Masta Ace: Beh circa un anno dopo l’uscita del disco, Spike Lee ci chiese di fare un disco intero. Aveva un contratto con la MCA, a cui aveva venduto l’idea di firmare i Crooklyn Dodgers per fare un intero album, prodotto in gran parte da Tip e Ali. Era una grande idea e una grande opportunità, e sia io che Special Ed eravamo pronti a farlo, ma Buckshot non era così entusiasta. Aveva da poco firmato un accordo per la sua Duck Down con la Priority e la sua etichetta cresceva molto velocemente, e pensò di non avere tempo da dedicare al progetto. Quindi in pratica fu lui a decidere di non farlo. Andai anche da lui personalmente per cercare di convincerlo, ma rifiutò educatamente.
Buckshot: E’ andata così. Abbiamo fatto la storia. La storia consiste nel lasciare un segno della tua presenza, è di questo che parlo. Abbiamo fatto la storia e abbiamo lasciato un segno nel tempo.
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Traduzione a cura di Dario De Lisa