La startup che consegna cannabis light a domicilio pronta a quotarsi in borsa
Si chiama JustMary e probabilmente molti di voi ne avranno già sentito parlare dato che è una delle prime aziende italiane, nonché più conosciuta, ad effettuare delivery di cannabis legale. Nata circa un anno fa grazie ai due soci fondatori Matteo Moretti, trader finanziato, ed Elio Viola, avvocato che lavora già con numerose startup, che hanno unito le loro competenze per questo nuovo e utile servizio. Il servizio inizialmente operativo nella sola città di Milano si sta pian piano diffondendo anche in altre città d’Italia con l‘obiettivo di portare JustMary ad essere quotata in borsa così da posizionarsi a livello internazionale.
Abbiamo chiacchierato con Matteo Moretti per conoscere da vicino questa nuova startup.
Come è iniziata l’avventura JustMary?
JustMary inizia circa un anno fa osservando l’espandersi del mercato della cannabis. Abbiamo creato un’App e abbiamo iniziato a lavorare, in fase di test, fino a luglio. Dopo di che Apple e Google ci hanno bannato le App e abbiamo dovuto reinventarci il business model. Da settembre siamo ripartiti con un e-commerce perfettamente integrato nelle versioni desktop e mobile. Dopo poche settimane abbiamo lanciato una prima campagna di equity crowdfunding e siamo partiti con gli investimenti per crescere. La seconda campagna appena chiusa ci permetterà di espanderci e investire nelle altre città italiane.
Per quale motivo vi hanno bannato le App?
Google a Apple ci hanno bannato dagli store perché accusati di vendere droga e prodotti correlati alle droghe ad uso ricreativo. Per questo abbiamo fatto causa a Google e il 18 giugno avremo la sentenza presso il tribunale di Milano. Vediamo come andrà a finire. Una piccola startup contro il gigante Google, ma noi siamo decisi a far valere i nostri diritti.
Vi siete ispirati a JustEat e applicazioni simili?
Esatto, uso molto queste App e sono stato io a dare il nome JustMary. È già un vocabolo inserito nella nostra giornata perché tutti ordinano qualcosa online da mangiare ormai.
Recentemente avete fatto una campagna crowdfunding per espandervi anche in altre città e siete riusciti ad avere più della cifra prefissata, cosa dobbiamo aspettarci da JustMary nei prossimi mesi?
Proprio in questi giorni stiamo perfezionando la raccolta, avevamo una cifra prefissata di 60.000 euro e abbiamo raccolto oltre 225mila euro. Direi che è andata molto bene. Con questo risultato abbiamo la forza di consolidare l’attività su Milano e crescere nelle altre città come Torino, Monza e Firenze.
JustMary punta a diventare un operatore di riferimento nelle città dove lavora e nel panorama nazionale. Stiamo mettendo le basi per valutare aperture in Europa, in particolare Vienna e Londra le città che stiamo studiando. Abbiamo l’ambizione di diventare l’operatore di riferimento in Europa.
In un’intervista hai dichiarato che puntate a diventare “la prima società di cannabis delivery quotata in borsa in Italia e in Europa”. Siete sulla buona strada?
Lavoro nel settore finanziario da sempre e ho posto le condizioni in società per perseguire questa strada. La quotazione in un mercato europeo come Parigi e Londra potrebbe essere il vero trampolino di lancio per JustMary. Soprattutto in ottica di un eventuale interessamento da parte di qualche grosso player americano o canadese.
Puntiamo ad avere visibilità e fama internazionale. Non siamo la start up nata con i soldi di papa che dura per il periodo del liceo e poi chiude. Siamo una società fatta da circa 300 soci i cui fondatori sono professionisti affermati nei loro settori che vogliono dare importanza a quello che fanno. JustMary non è un gioco, è una società che sta acquisendo importanza e fama. E la borsa è la naturale evoluzione di una società che punta al panorama internazionale e che punta a farsi vedere tra le big.
Quindi oltre voi due ci sono altri soci?
Si, dalle due campagne di crowdfunding abbiamo acquisito circa 300 nuovi soci di minoranza che hanno finanziato l’impresa. Avvocati, commercialisti, grafici, impiegati, imprenditori, praticamente abbracciamo ogni categoria di lavoro.
Come funziona la vostra collaborazione con Treedom, piattaforma che permette di finanziare la piantumazione di alberi?
Abbiamo stretto questa collaborazione investendo risorse per compensare la co2 emessa dal nostro lavoro. Abbiamo piantato degli alberi per contribuire ad abbattere la co2 emessa. E possiamo dire di essere green.
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La cannabis è un prodotto importante per la nostra economia, un prodotto che può fare del bene, un prodotto che non uccide. Il CBD non è una droga come vogliono farla passare. Si muore di alcol non di CBD. Noi con il nostro lavoro stiamo cercando di far arrivare questo messaggio. E JustMary da piccola scommessa punta a diventare una grande opportunità.