La rivolta arriva nelle canzoni
Aumentano sempre di più le proteste in tutta l’Europa e non solo, il grido di rivolta arriva anche dai paesi arabi. Sottoposti a regimi molto rigidi e duri, controllati e censurati fanno partire il loro grido di ribellione dalla musica.
Stiamo parlando in particolare di Siria, Egitto, Tunisia e Libia realtà che si son viste privare di ogni libertà di espressione e d’informazione con una fortissima censura su tutti i fronti. E’ proprio questo clima di tensione e oppressione che li porta a ribellarsi attraverso la musica, quella rap in particolare. Nascono e si diffondono nel web canzoni che parlano di libertà e libera informazione, in particolare è curioso il caso di El General, un rapper tunisino, che in seguito alla sua canzone “Tounes Bladna”, che vuol dire “La Tunisia è il nostro paese”, diventata ormai l’inno delle rivolte, è stato arrestato per una settimana. Accusato di aver compiuto duri atti contro il regime, in particolare per aver cantato contro il presidente Ben Ali.
Casi che si ripetono nei luoghi dove la censura e il regime sono forti ma che chiunque può combattere anche con una semplice canzone.