La rivincita della frutta secca
Sfatiamo i falsi luoghi comuni sulla frutta secca e rivalutiamone i pregi: non fa ingrassare, migliora l’apporto di sostanze nutritive e diminuisce il rischio di malattie cardiovascolari.
La Loma Linda University ha studiato il rapporto tra consumo di frutta secca e la sindrome metabolica. Lo studio, condotto su 803 adulti, ha dimostrato che un maggiore consumo di frutta secca, soprattutto di noci, incide positivamente sul decorso di questa malattia. Le analisi cliniche, infatti, hanno evidenziato, infatti, un’evidente riduzione dei marcatori della sindrome metabolica nei consumatori abituali di frutta secca.
Ulteriori, confortanti risultati giungono da una ricerca patrocinata dallo studio NHANES, National Health and Nutrition Examination Surveys: anche in questo caso, le noci fanno la parte del leone, infatti, il mix naturale di potassio, fibre e magnesio aumenta la carica di energia, riducendo la quantità di zuccheri e grassi saturi in circolo nell’organismo. Un moderato e quotidiano consumo di frutta secca,inoltre, abbassa la pressione sanguigna sistolica e incrementa il tasso dell’HDL, il colesterolo buono, che ripulisce le arterie.
Una terza ricerca, infine, promossa dall’Università di Toronto e dell’Ospedale di St. Michael, in Canada, ha dimostrato che un consumo di due grammi di frutta secca al giorno può rappresentare un’efficace terapia di supporto nella cura del diabete di tipo 2. La frutta secca, dunque, sembra veramente una panacea e lo sapevano bene gli antichi che consideravano le noci il pane quotidiano dei poveri, da cui si ricavava anche un olio ricco di acidi grassi essenziali, d’altronde, già ne “I Promessi Sposi”, Manzoni parla dell’olio di noci, avvolgendo di un alone quasi leggendario la “cerca delle noci” dei frati cappuccini.