La regione Lazio ha approvato un ordine del giorno in favore della cannabis light
L’interpretazione legale della produzione e del commercio di cannabis light continua ad essere assolutamente ambigua in tutta Italia. Con coltivatori e negozianti sottoposti all’arbitrio dei giudici che di tanto in tanto ordiscono sequestri e indagini. Che se è vero che fino ad adesso si sono sempre risolti in una bolla di sapone, con assoluzioni totali, sono però spesso sufficienti per mandare sul lastrico delle piccole attività economiche e per scoraggiarne i titolari che si trovano a non avere alcuna certezza.
Una confusione resa possibile dal fatto che l’Italia non si è ancora dotata di una legge quadro, capace di stabilire norme precise per la produzione e la commercializzazione delle infiorescenze di canapa. Per sollecitare un’azione in questo senso il consiglio regionale del Lazio ha approvato un ordine del giorno proposto dal consigliere Marco Cacciatore del Movimento 5 Stelle.
L’Ordine del giorno approvato a maggioranza, con i voti del centro-sinistra, chiede al Presidente ed alla Giunta di attivare canali di “collaborazione istituzionale presso i ministeri competenti per la predisposizione di una circolare interpretativa che delinei in modo preciso e oggettivo tutte le condotte non penalmente rilevanti nell’ambito della filiera della canapa sativa light”.
Un Odg che chiede semplicemente al governo di fare chiarezza emettendo una circolare che tuteli gli operatori di un settore economico. Tanto basta però a Fratelli d’Italia per alzare il solito polverone di propaganda contro la cannabis light, emettendo un comunicato in cui accusa la Regione di essere complice di negozianti che alimentano la cultura della droga e dello sballo.