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La produzione italiana di cannabis è già a rischio stop?

cannabis-legale-italiaLa notizia del via libera alla produzione in Italia di cannabis a scopi terapeutici, presso i laboratori dello Stabilimento Militare di Firenze, era stata data dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin appena due mesi fa. Provocando grandi speranze in tutti quei malati che ancora si vedono negare il diritto alla salute a causa delle difficoltà ad ottenere la prescrizione della cannabis ed agli altissimi costi ai quali fino ad oggi i farmaci a base di THC sono disponibili in Italia (importati dall’Olanda al costo di 35 euro al grammo).

SOTTO LA SCURE DELLA SPENDING REVIEW. Ora sembra che il progetto sia a rischio stop ancora prima di partire. Il deputato di Sel Arturo Scotto ha depositato oggi un’interrogazione al ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, per chiedere chiarimenti a riguardo. A porre a rischio il via alla produzione italiana di cannabis (previsto per il 2015) è il fatto che il Centro per la Ricerca (Cra) di Rovigo sarebbe a rischio chiusura a causa della spending review decisa dal governo. Infatti, sono proprio i tecnici del Cra coloro che dovrebbero istruire e fornire le varietà di cannabis da piantare ai tecnici dello Stabilimento di Firenze. Secondo il deputato di Sel, quindi, se si dovesse verificare la chiusura del Centro di Rovigo l’intera sperimentazione sarebbe a rischio, e potrebbero andar perdute tutte le importanti conoscenze scientifiche accumulate dall’unico centro italiano autorizzato a coltivare ed a fare ricerca sulla cannabis.

UNA CHIUSURA CHE AVREBBE DELL’ASSURDO. L’Eventuale chiusura del Centro per la Ricerca di Rovigo sarebbe tanto più assurda alla luce del fatto che si tratta probabilmente di uno dei pochi istituti di ricerca italiani con i conti in ordine. Secondo Scotto: “il Centro costa 40mila euro l’anno più gli stipendi di sei persone (un ricercatore, tre tecnici e due amministrativi), ma ha entrate superiori ai 150mila euro l’anno”. Inoltre proprio la progressiva legalizzazione della cannabis (a scopi ludici e terapeutici) in atto in molti stati del mondo pare destinata a garantire nuova linfa al Cra, che nonostante le scarse risorse a disposizione, è stato in grado di collocarsi negli anni come uno dei centri leader nella ricerca sulla cannabis. Al punto che le varietà prodotte al suo interno sono in sperimentazione anche in Usa ed Uruguay.



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