La posizione dei partiti sulla cannabis: vademecum europee
In Italia secondo i dati dello studio Ipsad è stato calcolato che nel 2011 oltre 1,5 milioni (3,9%) di italiani avevano consumato cannabis nell’ultimo mese e circa 3,5 milioni (8,7%) durante l’anno. Un esercito armato di cannoni “diversamente distruttivi” che deve scegliere a chi affidare il proprio voto. Perché, nonostante siano considerati degli “svarionati”, inaffidabili, quando va bene dei “creativi”, il voto di un fumatore vale come quello di una casalinga dipendente dal Valium, di un anziano dipendente dal Viagra, di un imprenditore col vizietto della coca o di una qualsiasi persona che abbia compiuto i 18 anni e possa esercitare il diritto di votare. Vediamo, come avevamo fatto per le politiche italiane del 2013, le posizioni dei principali partiti che si presentano alle elezioni riguardo al tema del proibizionismo per le droghe leggere.
Il Pd sul tema è contrastato come il presidente del Consiglio Renzi che ha più volte cambiato idea sul tema. In gennaio, dopo un’apertura dell’assessore leghista Gianni Fava, il senatore Pd Luigi Manconi aveva presentato un disegno di legge “in materia di coltivazione e cessione della cannabis e dei suoi derivati”, spiegando come, “dopo trent’anni di fallimenti della politica proibizionista in tutto il mondo che ha portato soltanto all’ampliamento del mercato e del numero di consumatori, carcerizzazione di massa e sofferenze sociali”, si fosse avviata una riflessione anche nel nostro Paese. Ma l’entusiasmo era stato smorzato proprio dal premier. “Mi pare schizofrenico – ha puntualizzato Renzi – un Paese in cui si passa dal proibizionismo più totale alla liberalizzazione delle droghe leggere. Iniziamo a cambiare la Fini- Giovanardi che è una leggiaccia, rimettiamo la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti e mettiamo in prova chi è stato arrestato per detenzione di droghe leggere”. Da registrare l’uscita di ieri del sindaco Pd di Roma Ignazio Marino che ha dichiarato: “Io sono favorevole alla possibilità di liberalizzazione della cannabis per uso medico o personale. La depenalizzazione della marijuana deve essere considerato un punto di partenza perché gli anni di proibizionismo non hanno portato nessun risultato nella prevenzione del drammatico aumento nell’uso di droga”. Per i detrattori si tratta di una mossa nel tentativo di recuperare voti per il proprio partito visto che in concomitanza con le europee il 25 maggio ci saranno le elezioni comunali per 41 dei 121 comuni della provincia di Roma.
Forza Italia ha sempre espresso posizioni fortemente contrarie ad una possibile legalizzazione o anche alla depenalizzazione del consumo di cannabis. La posizione esemplare è quella di Maurizio Gasparri che ha di recente spiegato di essere “sconcertato” di fronte alle iniziative legislative per la liberalizzazione della cannabis. “Antiche questioni che l’evidenza scientifica e il buon senso avrebbero dovuto chiudere ma che invece tornano contro ogni logica. È ridicolo chi ancora pensa ad una distinzione tra droghe leggere e pesanti”, ha aggiunto, convinto che, in caso di legalizzazione, aumenterebbe il rischio di uso di stupefacenti. Unica voce fuori dal coro quella del parlamentare Giancarlo Galan: ”Non si tratta di arrivare al sistema dell’Olanda, però smettiamola con l’ipocrisia e il proibizionismo”.
Il Movimento 5 Stelle nel momento in cui si discuteva come superare la Fini-Giovanardi, aveva presentato un testo per modificarla al fine di dimezzare le sanzioni penali per i consumatori di cannabis eliminando l’equiparazione della stessa alle droghe pesanti, aumentare a 5 i grammi detenibili per uso personale e consentire, tassandola, la coltivazione di un massimo di quattro piante oltre ad eliminare l’arresto obbligatorio e gli illeciti amministrativi per la detenzione e l’utilizzo di modiche quantità della sostanza. Il parlamentare Vittorio Ferraresi, portavoce della proposta, si era scagliato contro le divisioni interne al Pd a proposito della questione cannabis: “Divisioni che potrebbero portare al sacrificio della tanto sospirata riforma sull’altare delle larghe intese”.
La Lega Nord, come abbiamo visto, era stata protagonista di un’importante apertura in questo senso, con l’assessore lombardo Gianni Fava che si era scoperto con un tweet: “Credo valga la pena cominciare a parlarne. Il proibizionismo ha fallito”. Il deputato Gianluca Pini aveva appoggiato la proposta, ma il neo segretario Matteo Salvini è intervenuto affermando come non costituisca una priorità per il Carroccio, aggiungendo che, se nel 2014 il partito avrebbe condotto “una battaglia per legalizzare qualcosa”, sarebbe stata quella per “la prostituzione”.
Per quanto riguarda Fratelli d’Italia per An la posizione può essere riassunta dalla dichiarazione congiunta di Fabrizio Ghera capogruppo in Campidoglio e Federico Iadicicco dirigente nazionale, arrivata oggi in seguito all’apertura del sindaco Marino di cui abbiamo scritto sopra. “Stupisce la superficialità e la demagogia con la quale il sindaco di Roma si dichiara favorevole alla liberalizzazione della marijuana. Non esistono le droghe pesanti e leggere, esistono solamente le droghe e la spirale di disperazione, di frustrazione e di sofferenza che esse producono. Marino invece di fare proposte demenziali farebbe meglio ad occuparsi delle reali priorità della nostra città. La Capitale è invasa dai rifiuti, a Roma nord un intero quadrante è ancora intrappolato nel traffico perché da 4 mesi sono chiuse le arterie principali, infrastrutture e occupazione sono ferme al palo”.
La lista Tsipras è invece favorevole alla liberalizzazione del consumo. L’ha raccontato lo stesso leader del partito greco Syriza Alexis Tsipras, spiegando di: “Guardare con molto interesse all’Uruguay del mio amico Mujica, il quale ha avviato un esperimento molto interessante”, che può arginare la criminalità organizzata e proteggere i consumatori, troppo spesso vittime nei nostri paesi mentre nessuno blocca i trafficanti”. Inoltre, come visibile sul sito di ENCOD, numerosi candidati da tutta Europa hanno firmato il Manifesto per le politiche sane e sicure sulla droga in Europa, assicurando che, se verranno eletti, garantiranno il loro appoggio nel tentativo di porre fine alla tanto sbandierata “guerra alla droga”. In Italia gli unici due candidati che hanno aderito all’appello sono Marco Furfaro e Alfredo Somoza, entrambi appartenenti alla lista l’Altra Europa con Tsipras.
Oltre a Scelta Europea, partito che non si è di recente espresso su questa problematica, rimane la coalizione che vede gareggiare insieme l’Ncd e l’Udc. Per l’Ncd vi basti sapere che è il partito di Carlo Giovanardi. Proprio lui. Lo stesso che dopo la bocciatura della legge che portava il suo nome, è stato relatore del nuovo decreto sugli stupefacenti durante l’esame del Senato, portando Patrizio Gonnella dell’associazione Antigone a dire che: “Mettere Carlo Giovanardi quale relatore del decreto sulle droghe alla Camera dei Deputati è come mettere Dracula all’Avis”.