La Nuova Zelanda apre all’uso della psilocibina per trattare la depressione
Per ora solo uno psichiatra è stato autorizzato ad utilizzare il principio attivo dei funghi magici, gli altri medici dovranno chiedere un'autorizzazione separata
La Nuova Zelanda ha aperto all’utilizzo della psilocbina, il principio attivo dei funghi magici, per il trattamento della depressione resistete ai farmaci tradizionali anche se, per ora, un solo psichiatra è stato autorizzato a farlo.
La decisione è stata comunicata direttamente da Medsafe, l’autorità regolatoria per i medicinali del Paese che dipende dal ministero della Salute, ed è stata comunicata nei giorni scorsi.
“Questa è la prima volta che la psilocibina verrà prescritta al di fuori di un contesto di ricerca in Nuova Zelanda e offrirà maggiori opzioni alle persone affette da questa grave condizione”, hanno scritto in un comunicato.
Il professore in questione, lo psichiatra Cameron Lacey, “ha una vasta esperienza nella prescrizione di psilocibina ai pazienti e lo fa già da tempo in modo sicuro in studi clinici”.
Sono ormai diversi infatti gli studi clinici che evidenziano i benefici del principio attivo dei funghi magici – e di altri psichedelici – nel trattare la depressione resistente ai trattamenti tradizionali, e anche per altre patologie mentali.
PSILOCIBINA IN NUOVA ZELANDA

Il ministero della Salute neozelandese ha sottolineato che: “Non esistono prodotti approvati contenenti psilocibina in Nuova Zelanda, quindi Medsafe non ne ha valutato la sicurezza e l’efficacia. Ciò significa anche che nessun altro medico può prescrivere psilocibina, in questa fase”.
Apre però alla possibilità che la situazione si evolva rapidamente visto che: “Gli altri medici che desiderano gestire questo compito dovranno richiedere l’approvazione a Medsafe separatamente. Sono in corso lavori per facilitare l’assunzione di questo compito da parte di un maggior numero di operatori sanitari. Medsafe sta attualmente sviluppando delle linee guida per facilitare la procedura di richiesta”.
GLI ALTRI PAESI CHE LEGALIZZANO LE CURE PSICHEDELICHE
Il primo Paese al mondo rendere legale questo tipo di trattamento è stata l’Australia, nel 2023: gli psichiatri muniti di apposita autorizzazione possono prescrivere l’MDMA per la cura del disturbo post-traumatico da stress e la psilocibina per il trattamento della depressione resistente ad altre terapie.
In Europa di recente è stata la Repubblica Ceca ad approvare una legge che va in questa direzione: è stata approvata alla Camera e manca ancora il passaggio al Senato, ma darebbe la possibilità ai medici diprescrivere la psilocibina per il trattamento di diverse patologie mentali come depressione, disturbo da stress post traumatico e abuso di sostanze.
EUROPA: L’INIZIATIVA DEI CITTADINI
Non dimentichiamo che in Europa è in corso una riaccolta firme, alla quale è possibile aderire anche in Italia, per chiedere una regolamentazione degli psichedelici. Si tratta di una ICE (Iniziativva dei Cittadini Europei), che ha tre obiettivi:
- Sostenere la creazione di un consenso di esperti sugli standard di cure psichedeliche che consentano l’introduzione graduale dell’uso terapeutico degli psichedelici nell’Ue;
- Promuovere e finanziare la ricerca sulle applicazioni terapeutiche dei composti psichedelici per produrre ulteriori evidenze scientifiche e cliniche sulla sicurezza e l’efficacia dei nuovi trattamenti psichedelici;
- Coordinare le azioni degli Stati membri che saranno disposti a formulare raccomandazioni appropriate circa l’applicazione o revisione della Convenzione dell’Onu del 1971 sulle sostanze psicotrope basate sui benefici per la salute pubblica derivanti dalla riclassificazione di tali composti.
Il fatto che possa diventare una legge oppure no, dipende da ognuno di noi: è infatti possibile firmare online per raggiungere la massa critica necessaria. Questo non significa che diventerà automaticamente una legge dell’Unione europea ma che, se raggiunto il numero necessario di firme, la Commissione sarà obbligata a discuterla e avrà 6 mesi di tempo per proporre una nuova legge basata sull’iniziativa oppure non procedere, spiegando però le motivazioni.