La Monsanto sarà processata per crimini contro l’umanità
La multinazionale Monsanto sarà processata. Il procedimento, che si terrà dal 12 ottobre 2016 all’Aja nei Paesi Bassi, sarà condotto da un gruppo di magistrati e giuristi internazionali provenienti da tutti i continenti che dovranno “giudicare i crimini di cui è imputata la multinazionale nei settori ambientali e sanitari e contribuire al riconoscimento del crimine di ecocidio nel diritto internazionale”.
Il “tribunale Monsanto” nasce dalla volontà di un gruppo di movimenti civici, Ong e personalità internazionali – tra cui l’ecologista indiana Vandana Shiva, e l’australiano Andre Leu, presidente della Federazione internazionale dei movimenti d’agricoltura biologica – riunite nell’iniziativa dalla scrittrice e regista Marie-Monique Robin, autrice di Il mondo secondo Monsanto, un’inchiesta sulla multinazionale statunitense.
La sentenza del tribunale non avrà alcuna conseguenza giuridica, ma servirà a creare un “processo esemplare” per denunciare “tutte le multinazionali e le aziende mosse unicamente dalla ricerca del profitto e che, per questo motivo, minacciano la salute degli esseri umani e la sicurezza del pianeta”. Un’iniziativa senza precedenti, che sarà strutturata come un processo vero e proprio, con tanto di testimoni. Saranno infatti ascoltati un centinaio di querelanti provenienti da America, Europa, Asia e Africa e nel corso del dibattimento verranno chiamati a testimoniare imputati e testimoni.
Il tribunale Monsanto si conformerà “il più possibile” ai princìpi generali del diritto processuale civile. La multinazionale sarà invitata a far valere le proprie ragioni. Ma è probabile che i dirigenti Monsanto preferiranno non presenziare e non ribattere alle accuse che saranno mosse tentando così di screditare il processo.
Al momento la Monsanto è sotto processo in vari tribunali ordinari del mondo: gli abitanti di Nitro, la città del West Virginia dove Monsanto produceva l’Agente arancio, nel 2013 hanno ottenuto dei risarcimenti per i danni subiti a causa dell’inquinamento da diossina. A Los Angeles e a New York, alcuni lavoratori agricoli che si sono ammalati di cancro alle ossa o di leucemia a causa dell’utilizzo di Roundup, l’erbicida più diffuso di Monsanto, hanno citato la multinazionale a giudizio, mentre il Tribunale e la Corte d’Appello di Lione (Francia) hanno condannato la Monsanto a risarcire l’agricoltore francese Paul François, vittima di un’intossicazione dovuta al Lasso, un erbicida di Monsanto oggi vietato.
In tutti questi processi la multinazionale americana rischia però al massimo sanzioni pecuniarie e amministrative, perché finora nessuno strumento giuridico permette di condannare penalmente un’azienda o i suoi dirigenti per un crimine contro la salute umana o l’integrità dell’ambiente. Per questo gli attivisti e i giuristi che hanno dato vita al tribunale Monsanto intendono anche utilizzare la causa per chiedere ai governi del mondo di introdurre nei propri ordinamenti il crimine di “ecocidio”, il quale permetterebbe di citare la Monsanto penalmente per i danni provocati dai suoi prodotti.
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