Giardinaggio

La luce artificiale nella coltivazione indoor #2

Fluo Compact di Indoorline 200W
Fluo Compact di Indoorline 200W

Tra i processi promossi dalla luce sicuramente il più importante è la fotosintesi, funzione che assorbe la maggior parte di energia luminosa che colpisce le piante. La crescita e la fioritura delle piante sono influenzate da numerosi fattori quali fertilizzanti, tecniche di coltivazione (terra o “fuorisuolo”), temperatura, umidità del suolo, concentrazione di CO2, fitoregolatori quali ormoni e vitamine, quantità di energia raggiante. Quest’ultimo fattore, a parità di tutti gli altri, determina la velocità e la possibilità di crescita delle piante.

L’industria illuminotecnica negli ultimi anni ha sviluppato numerosi prodotti dedicati all’illuminazione dei vegetali, producendo sia lampade che schermi riflettenti adatti a questi scopi.

LE SORGENTI LUMINOSE PER SERRA
Dagli studi effettuati tra la fine degli anni ‘60 e la fine degli ‘80 sono state definite quali sorgenti sono più adatte a stimolare i processi fotobiologici.
Negli ultimi 10 anni poi, le maggiori aziende produttrici di sorgenti (Philips, Osram, Sylvania, GE) hanno sviluppato e messo in commercio nuove lampade in grado di soddisfare il fabbisogno dei vegetali.
Spesso la scelta del prodotto da utilizzare è un compromesso tra le diverse esigenze, e cioè:
– dimensioni dell’ambiente di coltivazione
– fase del processo di coltivazione da soddisfare
– altezza della stanza di coltivazione
– calore presente nell’ambiente di coltivazione

LAMPADE A SCARICA DI GAS
In queste sorgenti la luce viene prodotta dalla collisione di elettroni e di ioni contenuti in un gas. La luce prodotta è ottenuta per trasformazione diretta dell’energia elettrica in luminosa.
In queste sorgenti, l’energia elettrica trasformata in calore è molto minore rispetto a quelle ad incandescenza, pertanto, essendo più bassa la quantità di energia che diventa calore, ne resta una quantità maggiore che viene trasformata in energia luminosa.
Queste sorgenti per funzionare non possono essere collegate direttamente alla rete di alimentazione, ma richiedono l’impiego di un reattore che ha il compito di erogare il giusto valore di corrente elettrica da fornire al bulbo oltre che di un accenditore per l’innesco della scarica.
Le lampade a scarica di gas si distinguono:

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LAMPADE A FLUORESCENZA LINEARI
Queste sorgenti sono costituite da un tubo di vetro che contiene vapori di mercurio a bassa pressione ed internamente rivestito da uno strato di speciali polveri fluorescenti.
Nelle due estremità del tubo si trova un elettrodo ricoperto da sostanze speciali in grado di emettere, una volta sollecitato elettricamente, una notevole quantità di elettroni che innescano i gas presenti rilasciando una radiazione elettromagnetica nel campo del visibile. Per permettere l’accensione della sorgente è necessario interporre un reattore tra la sorgente e la linea elettrica. La composizione della luce emessa è dettata dal tipo di polveri fluorescenti applicate sulla parete interna del tubo. Grazie all’ampia superficie luminosa e alla bassa temperatura della parete, le lampade possono essere montate molto vicino alle piante (3-5cm) elevando notevolmente il rendimento dell’impianto. Alcune aziende produttrici di sorgenti hanno da qualche anno messo in commercio delle lampade a fluorescenza tubolari dotate di particolare efficienza fitostimolante, queste sono la Sylvania con la Grolux e la CH Lighting con le Grolight. Il loro utilizzo è consigliato per le fasi di germinazione del seme, radicazione delle talee e come integrazione nei processi di fioritura.

LAMPADE A FLUORESCENZA COMPATTE
Sono state introdotte sul mercato allo scopo di mettere a disposizione dei clienti sorgenti luminose con le seguenti caratteristiche:
– dimensione simile alle lampade a scarica di gas ad alta pressione;
– buona emissione di luce per la stimolazione dei processi fotobiologici;
– efficienza luminosa e radiante, durata analoga alle lampade a fluorescenza lineari.
Il principio di funzionamento è analogo a quello delle lampade a fluorescenza lineare mentre il tipo di tecnologia presuppone un sistema di accensione dalle dimensioni ridottissime. Durante l’ultimo anno sono stati proposti sul mercato europeo prodotti quali le Fluo Compact di Indoorline, lampade a fluorescenza compatte ad altissima efficienza radiante nate espressamente per supportare lo sviluppo dei vegetali. Queste sorgenti, vista la grande dimensione, vengono prodotte con l’attacco E 40 (lo stesso usato nelle HPS e nelle MH) e possono essere montate direttamente sui riflettori presenti nelle serre. Altri aspetti peculiari di queste sorgenti sono l’innesco istantaneo e la riaccensione immediata, oltre al bassissimo calore prodotto rispetto alle altre lampade.

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LAMPADE AGLI IODURI METALLICI (MH Metal Halide)
La composizione spettrale simile a quella solare e l’elevata efficienza radiante rendono queste lampade adatte ai processi di crescita vegetativa.
Il tubo di scarica in vetro compreso tra i due elettrodi contiene gli ioduri metallici che a lampada fredda sono depositati sulle pareti del tubo stesso. L’impulso elettrico, generato del sistema di accensione, produce un arco che sublima gli ioduri metallici dissociandoli in vapori liberi di iodio e metallo. La vaporizzazione dei metalli genera il flusso luminoso.
Queste lampade sono molto sensibili agli sbalzi di tensione tra gli elettrodi, soprattutto per la presenza del sodio, l’ultimo ioduro a vaporizzare. Il tempo di accensione è di circa 2-3 minuti, necessario affinché venga raggiunta la pressione di funzionamento del vapore, e quindi la massima emissione di luce. Se l’alimentazione viene interrotta o avviene un brusco abbassamento di tensione, la lampada si spegne e bisogna attendere che si raffreddi prima di poterla riaccendere nuovamente.
Nella seguente tabella sono indicate le caratteristiche delle lampade ad alogenuri metallici per l’illuminazione delle piante.

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LAMPADE AL SODIO AD ALTA PRESSIONE (HPS High Pressure Sodium)
Il tubo di scarica presente nel bulbo è riempito di gas xenon arricchito di un’amalgama di sodio e mercurio. Il funzionamento è condizionato dalla presenza di un sistema di accensione remoto in grado di fornire una scarica pari a 3 – 5 KV, questo impulso ionizza il gas xenon quanto basta per innescare e mantenere l’arco tra i due elettrodi. Queste sorgenti combinano un’elevata efficienza radiante con una distribuzione spettrale elettromagnetica particolarmente adatta ai processi fotobiologici di maturazione e fioritura. Il tempo di accensione è di circa 3 – 5 minuti, necessario affinché venga raggiunta la pressione di funzionamento del vapore, al fine di ottenere la massima emissione di luce. Le potenze più utilizzate in questo settore sono le 250W, 400W e le 600W e in casi sporadici le 150W e 1000W. Questo tipo di sorgente emette molto calore perché ricca di toni compresi tra i 555 nm e i 650 nm, questo fattore fa si che occorra mantenerle ad una certa distanza dalle parti apicali della pianta, in modo proporzionale alla lampada stessa.

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Vista la grande richiesta di queste sorgenti e sorta la necessità di migliorane le caratteristiche spettrali assecondandole al fabbisogno spettrale fotosintetico. Le aziende produttrici hanno realizzato delle lampade espressamente dedicate alla promozione dei processi fotobiologici, tra queste le migliori sono le Sylvania Grolux e le Philips Agro e Greenpower. Queste lampade emettono uno spettro elettromagnetico più ricco di toni blu rispetto alle HPS standard, assecondando maggiormente la curva di sensibilità delle piante alla fotosintesi.

Realizzato grazie al supporto di Indoorline
Per maggiori informazioni o dettagli tecnici scrivete a [email protected]

a cura di ALESSANDRO PERETTI
Architetto specializzato in illuminotecnica dei vegetali



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