La lotta di Maxima contro le multinazionali delle miniere d’oro
Esiste qualcosa di ben più prezioso dell’oro, l’oro blu, ovvero l’acqua, una risorsa insostituibile che garantisce agli esseri umani la sopravvivenza e la pulizia, Maxima Acuña Chaupe, una contadina figlia delle Ande è diventata una vera eroina, ingaggiando una lotta impari con una multinazionale che ingloba diverse aziende interessate all’espansione di Yanacocha, una delle miniere d’oro più grandi del mondo.
Maxima, nonostante sia stata sottoposta a una vera e propria guerra psicologica (che continua tutt’ora), non ha ceduto le armi di fronte ai reiterati atti intimidatori, culminati nell’uccisione di capi di bestiame e nell’abbattimento di baracche ad uso familiare. Chiunque avrebbe ceduto di fronte a queste pressioni e, probabilmente, avrebbe lasciato campo libero a chi ha calpestato senza ritegno i diritti di contadini che trovano nella terra l’unica fonte di sostentamento, Maxima no, ha affrontato con coraggio una difficile battaglia legale, riuscendo a far cadere l’infamante accusa di “usurpazione della proprietà”.
Sembra veramente di ascoltare una drammatica storia di soprusi d’altri tempi. Purtroppo non è così, ma Maxima, icona della lotta contro lo strapotere economico delle multinazionali, non si arrende e prosegue per la sua strada.