La lezione del Burkina Faso
Il golpe rientra, i suoi stessi autori hanno dovuto ammettere l’evidenza. Potevano ben poco di fronte ad un popolo che dalla capitale fino ai più piccoli centri del paese è sceso in piazza e si è schierato contro di loro. L’Africa, dal suo paese più povero, scrive una pagina importante di democrazia, una bella pagina nonostante alcune ombre da non sottovalutare.
La mediazione internazionale sembra nei fatti spingere verso l’amnistia dei golpisti e il non scioglimento del loro reggimento, da sempre strumento di potere dei poteri forti, interni ed internazionali, sul paese. Accettare una soluzione del genere sarebbe un errore gravissimo e la gente del Burkina lo sa bene e preme perché si faccia giustizia e si cancelli ogni ombra del passato, di condizionamento sul presente e sul futuro. In poche parole, Dienderè, il capo dei golpisti, deve andare in galera e la guardia presidenziale va sciolta con disonore.
Le elezioni politiche, previste per metà ottobre, sono state rinviate. A quando? La questione non è di poco conto. Vanno tenute al più presto e da esse va escluso chiunque abbia avuto a che fare con il passato regime e con i golpisti. Non va dato tempo a chi ne ha bisogno per imporre “democraticamente” soluzioni favorevoli a certi interessi. Penso alla candidatura di un grande manager della maggiore impresa francese di sfruttamento dell’uranio in quella parte d’Africa. A tal proposito sarebbe importantissimo che una commissione indipendente d’inchiesta facesse luce sui reali obiettivi e mandanti, locali ed internazionali, del golpe.
Il colpo di stato è arrivato alla vigilia di importanti sviluppi delle inchieste sull’assassinio di Thomas Sankara. Queste inchieste non sono barattabili ed il silenzio sugli interessi che hanno voluto quella morte va finalmente squarciato.
Il Burkina e la sua gente hanno acceso una speranza, per loro e per tutti noi. Questa speranza va protetta e coltivata, da loro e da noi. Sarebbe importantissimo, a partire da questa vicenda, lanciare un appello internazionale che metta fine ad alcuni evidenti buchi neri dell’ordinamento internazionale. Penso a poche clausole che, una volta per tutte, rendano automatico l’ordine di cattura internazionale per chi si macchi di golpismo contro processi democratici in atto, per chi promuova guerre e si macchi del sangue di popoli innocenti. Automatico e dotato di strumenti che lo rendano fattibile e credibile. Una certa epoca della storia del mondo va chiusa, per sempre.
Intanto, il mio piccolo, ma appassionato, grazie alle donne e agli uomini di questo straordinario paese. Grazie donne ed uomini fieri del Burkina!
Tratto dalla pagina facebook di Silvestro Montanaro