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La legalizzazione della cannabis non è più un tabù e la marea verde monta in tutto il mondo

La legalizzazione della cannabis non è più un tabù e la marea verde monta in tutto il mondo

Legalizzazione: una questione di buon senso. Lo scrissi tempo fa su uno dei numeri di Dolce Vita dedicati alla cannabis nel pezzo d’apertura del numero 81 e credo che oggi sia più vero che mai. Nel frattempo è passato un anno e nel mondo la rivoluzione verde è sempre più una realtà.

La parola legalizzazione nei confronti della cannabis infatti non spaventa più governi e istituzioni che iniziano a parlarne liberamente, a proporre leggi, e in molti casi a renderla legale. Che sia per uso medico, industriale o ricreativo, poco importa: la marea verde sta montando in tutto il mondo mettendo in moto una rivoluzione inarrestabile al sapore di cannabis e sostenibilità.

Dagli Stati Uniti al Nepal, passando per il Sudamerica, l’Europa e l’Asia, in tutto il mondo è un fiorire di proposte per regolamentare la cannabis nei vari settori, aprendo nuovi mercati e discutendo senza pregiudizio delle potenzialità di questa decisione.

Africa

In Zimbabwe nel 2019 è stato seminato il primo campo legale di canapa industriale, dopo che nel 2018 era stato legalizzato l’uso di cannabis medica nel paese. E’ il segno di come le riforme sulle politiche della cannabis nel paese siano in forte crescita visto che entrambi i settori sono già stati regolati in Zambia, Lesotho e Sudafrica. Ultimi in ordine di tempo, sono stati il Malawi, paese di 19 milioni di abitanti in cui l’80 per cento della forza lavoro è impiegata in agricoltura e quindi, secondo i fautori della legge, l’introduzione di una coltivazione così redditizia apre a possibilità di sviluppo economico. E anche in Ghana di recente il Parlamento ha autorizzato la coltivazione di canapa industriale con THC sotto lo 0,3%.

Medio Oriente

Anche in Medio Oriente la riforma delle politiche sulla cannabis è un tema all’ordine del giorno e se in Libano è da poco stato reso legale l’uso medio, in Israele, dove la cannabis in medicina è legale dai primi anni ’90, ora l’obiettivo è quello di rendere legale anche l’uso a livello ricreativo. In Libano ci sono voluti due anni affinché la legge sulla cannabis medica proposta nel 2018 fosse approvata nel febbraio 2020.
In Israele invece l’idea di una legalizzazione completa, anche per l’utilizzo ricreativo, era stata rilanciata da Netanyahu prima delle elezioni che però hanno avuto un esito incerto nel paese. Ora il compito di formare un nuovo governo spetta a Benny Gantz, rivale dell’ex premier.

Centro e Sudamerica

In Messico la legalizzazione della cannabis è attesa per questo 2020. E’ la coda di un lungo processo politico e giudiziario: dopo 5 pronunce della Corta Suprema messicana che considerava la cannabis come un diritto umano, il Parlamento ha messo a punto un progetto di legge che dovrebbe vedere la luce quest’anno.
L’Argentina ha iniziato a redigere un disegno di legge per regolamentare l’uso ricreativo della cannabis, lo stupefacente più utilizzato dagli argentini secondo il Segretariato della Programmazione per la Prevenzione della Tossicodipendenza. Finora il governo di Alberto Fernández sta prendendo come esempio le esperienze dell’Uruguay, del Canada e di alcuni stati degli Stati Uniti dove esiste già una regolamentazione in materia.

Europa

In Europa le ultime aperture sono state fatte dalla Croazia, dove è stata proposta una legge scatenando un dibattito nazionale, e in Germania, dove alcuni politici membri del partito di Angela Merkel hanno già aperto alla legalizzazione.
Ma il paese che sembra essere più avanti nella discussione è il Lussemburgo, dove il governo ha continuato a muoversi nell’ombra mettendo a punto la bozza del testo di legge di quella che potrebbe diventare la prima legalizzazione della cannabis vera e propria in Europa.

Asia

Anche dalla rigida Asia arrivano le prime aperture. Non è un mistero che la Thailandia abbia regolamentato l’uso medico della cannabis aprendo cliniche specializzati e puntando forte sul settore.
Un’altra buona notizia arriva dalla Malesia, tra i paesi più rigidi in materia di stupefacenti. Nel 2018 era stata eliminata l’obbligatorietà della pena di morte per il traffico di stupefacenti. Ad oggi il possesso è ancora illegale e punibile con almeno cinque anni di carcere se si viene trovati in possesso di 50 grammi o più e coltivare anche solo una pianta d’erba può significare l’ergastolo. Ma l’ultima proposta del governo vorrebbe depenalizzare il consumo, un primo passo che potrebbe aprire a strade nuove.
E intanto anche il Nepal esplora nuove strade. Nel paese in cui la cannabis cresce spontanea e viene utilizzata per gli scopi più disparati da migliaia di anni, Il deputato ed ex ministro della giustizia Sher Bahadur Tamang ha depositato presso il Parlamento nepalese una proposta di legge per la legalizzazione della cannabis.

USA

In Usa invece le legalizzazioni continuano tra referendum e progetti di legge. Ad oggi sono 34 gli stati che hanno legalizzato l’uso medico e 11 quello ricreativo, su un totale di 50. In questo 2020 la riforma della legalizzazione ricreativa potrebbe interessare ben 12 stati, in cui i cittadini stanno raccogliendo le firme necessarie al referendum (Arizona, Arkansans, Idaho, Mississipi, Missouri, Montana, Nebraska, New Jersey, North Dakota, Ohio, Oklahoma, South Dakota). Senza contare che in New Hempshire è appena passata alla Camera una legge che legalizza l’autoproduzione senza normare produzione e commercio al dettaglio e ora bisognerà attendere il passaggio al Senato.

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