Contro-informazione

La globalizzazione agricola ha reso la banana il frutto più inquinante del pianeta

Bananas

La produzione delle banane che troviamo ogni giorno nei supermercati cela un sistema di coltura intensiva contraria ad ogni codice etico, estremamente dannosa per il pianeta, per la biodiversità e per la sopravvivenza del frutto stesso. Le possiamo vedere perfette e invitanti sui banchi frutta, tutte di colore giallo acceso, uniformi e di dimensioni standard, quello che non sappiamo è come vengono ottenute le banane che acquistiamo e a che prezzo.

Come ha reso noto Slow Food recentemente, la coltivazione della banana che tutti conosciamo, la Cavendish, è concentrata in America Latina, dove immense superfici di terreno sono trattate con consistenti quantità di sostanze chimiche dall’azione pesticida, funghicida e fertilizzante e dove gli addetti sono sottopagati e costretti a rigidissime condizioni di lavoro. I frutti vengono raccolti ancora verdi per affrontare lunghi viaggi in nave e una volta giunti a destinazione vengono irrorati con etilene per essere trasformati nel loro tipico colore giallo.

Questo genere di agricoltura, ormai più simile ad un’industria, ha reso uniforme il mercato della banana, provocando la lenta scomparsa di molte varietà di questo frutto che nessuno conosce, per di più anche la genetica dell’unico tipo globalmente commerciato si sta indebolendo velocemente a causa della coltura intensiva, che nel tempo l’ha resa meno adattabile ai cambiamenti climatici e agli attacchi parassitari e fungini.

Infatti la FAO ha attualmente accertato la propagazione di un fungo estremamente pericoloso per le coltivazioni della Cavendish, che rischia di danneggiare l’85% dell’intera produzione mondiale. Tutto ciò dovrebbe rappresentare un forte allarme, basti pensare che negli ultimi sessant’anni si è perso il 75% delle specie vegetali presenti sulla Terra.

A questo punto è obbligatorio interrogarsi su cosa sia necessario fare per mettere fine a questa catastrofe, partendo direttamente dalle nostre scelte, per prima cosa, come suggerisce Slow Food, preferire prodotti locali e di stagione, coltivati in piccola scala e rispettando l’ecosistema.



grafica pubblicitaria sponsor canapashop

SOSTIENI LA NOSTRA INDIPENDENZA GIORNALISTICA
Onestà intellettuale e indipendenza sono da sempre i punti chiave che caratterizzano il nostro modo di fare informazione (o spesso, contro-informazione). In un'epoca in cui i mass media sono spesso zerbini e megafoni di multinazionali e partiti politici, noi andiamo controcorrente, raccontando in maniera diretta, senza filtri né censure, il mondo che viviamo. Abbiamo sempre evitato titoli clickbait e sensazionalistici, così come la strumentalizzazione delle notizie. Viceversa, in questi anni abbiamo smontato decine di bufale e fake-news contro la cannabis, diffuse da tutti i principali quotidiani e siti web nazionali. Promuoviamo stili di vita sani ed eco-sostenibili, così come la salvaguardia dell'ambiente e di tutte le creature che lo popolano (e non solo a parole: la nostra rivista è stampata su una speciale carta ecologica grazie alla quale risparmiamo preziose risorse naturali). ORA ABBIAMO BISOGNO DI TE, per continuare a svolgere il nostro lavoro con serietà ed autonomia: ogni notizia che pubblichiamo è verificata con attenzione, ogni articolo di approfondimento, è scritto con cura e passione. Questo vogliamo continuare a fare, per offrirti sempre contenuti validi e punti di vista alternativi al pensiero unico che il sistema cerca di imporre. Ogni contributo, anche il più piccolo, per noi è prezioso. Grazie e buona lettura. CONTRIBUISCI.
grafica pubblicitaria sponsor plagron

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio