La cura per uno stato di diritto
Il giorno che il Proibizionismo sulla Cannabis verrà sconfitto, capiremo finalmente quali erano le vere doti curative di questa pianta. Certamente sono importanti gli apporti che i cannabinoidi danno alle diverse patologie, scopriremo anche le qualità di flavonoidi, terpeni e chissà che altro elemento; ma c’è altro e non parlo solo delle doti nutraceutiche della canapa.
Quando gli estimatori della canapa saranno finalmente liberi, da discriminazioni, pregiudizi e quando la cannabis riceverà il giusto rispetto, ci renderemo conto del perché questa pianta attira una parte eterogenea della popolazione mondiale; capiremo quanto eravamo cechi ed ottusi avvolti da una “malattia” che non ci permetteva un’apertura mentale tale da considerare una variabile, non solo sociale o culturale, ma addirittura razziale. Ebbene sì, la lotta per la libertà di questa pianta ci farà scoprire quanto le diversità interne al nostro corpo determinino le vere differenze razziali, più del colore della pelle. Carenze o saturazioni del sistema endocannabinoide (e non solo) potrebbero essere alla base di ciò che distingue un fruitore di canapa da un consumatore di altre sostanze (legali o non) o magari da una persona totalmente astemia da vizi.
La pianta di canapa ha un grandissimo pregio, che è la possibilità di curare questa società medioevale malata, in più farci capire che anche una pianta può essere un diritto fondamentale per l’essere umano se è una parte importante della personalità e del benessere di una parte della popolazione. Potremmo essere una religione Canteista…. Ma di sicuro siamo una minoranza di genere, che da anni fa ciò che è sua natura, anche se perseguitati da leggi razziste, incostituzionali e contro natura.