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La Corte Suprema americana chiede a Obama di esprimersi sulla legalizzazione

US-Praesident-Barack-Obama-spricht-in-Las-Vegas-ueber-EinwanderungspolitikFino ad oggi l’amministrazione Obama ha preferito non interferire sul processo di legalizzazione della cannabis in atto in diversi stati americani, ma ora potrebbe essere obbligata a farlo. La Corte Suprema, vagliando il ricorso presentato nello scorso dicembre dagli stati del Nebraska e dell’Oklahoma cotro la legalizzazione in atto in Colorado, ha infatti richiesto ufficialmente al presidente americano di esprimere il punto di vista della sua amministrazione sulla questione.

LE RAGIONI DEL RICORSO CONTRO IL COLORADO. Nebraska e Oklahoma hanno presentato ricorso contro la legalizzazione della cannabis in vigore nel confinante stato del Colorado a causa dei “disagi frontalieri e dei problemi di sicurezza e traffico di stupefacenti” che questa ha portato all’interno dei due stati, nei quali il consumo di cannabis è ancora illegale. Nel loro appello fanno riferimento alla norma costituzionale che prevede che, in caso di difformità, la legge federale (che vieta l’uso di marijuana) debba prevalere sulle norme dei singoli stati. Analizzando la richiesta, e prima di esprimere una propria posizione, la Corte Suprema ha quindi chiesto al presidente di esprimere il suo punto di vista sulla questione.

POSSIBILI RIPERCUSSIONI DEL CASO. Il ricorso contro la legge del Colorado (presentato per la prima volta nel dicembre scorso) porterà comunque la Corte Suprema ad esprimersi sul caso. Gli analisti americani dubitano che la Corte scelga di esprimere in maniera decisiva una censura verso il processo di legalizzazione. Anche perché, se è vero che da un lato la Costituzione prevede la preminenza della legge federale su quella dei singoli stati, dall’altro, nella complessa architettura giuridica di contrappesi di potere degli Usa, il decimo emendamento garantisce comunque grande autonomia agli stati rispetto al potere centrale. Nel caso in cui la Corte Suprema dovesse decidere di esprimere la propria sentenza sul caso la decisione avrebbe in ogni caso grandi conseguenze. Un’ipotetica decisione in favore di Nebraska e Oklahoma metterebbe a rischio l’intero percorso di legalizzazione in atto negli Usa, d’altra parte una decisione in favore del Colorado potrebbe sancire definitivamente l’autorità degli stati nell’autodeterminazione delle leggi sulla cannabis.

LA POSIZIONE DI BARACK OBAMA.
IL presidente statunitense fino ad oggi ha evitato di prendere apertamente posizione sulla cannabis. Tuttavia in una recente intervista ha dichiarato che “l’impegno della sua amministrazione è quello di trattare la cannabis non più come una questione criminale, ma come un problema relativo alle politiche sulla salute, come l’alcol o il tabacco”, affermando inoltre di prevedere che “altri stati americani decideranno di legalizzare la cannabis nei prossimi mesi” e che “anche se abbiamo una legge federale che ancora classifica la cannabis come una sostanza illegale, non è mia intenzione spendere un sacco di risorse per interferire nelle decisioni prese dai singoli stati”. Una posizione di sostanziale apertura al cambiamento che però, dopo la richiesta della Corte Suprema, sarà chiamato a ribadire con maggiore chiarezza.



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