La controfinanziaria
111 proposte per un valore complessivo di quasi 36 miliardi per uscire dall’emergenza Covid-19 e imprimere un cambio di passo per la giusta ripartenza del Paese. Sbilanciamoci!, iniziativa frutto di un gruppo di lavoro che da oltre dieci anni discute e analizza criticamente i fatti dell’economia, dopo aver esaminato nel dettaglio la nuova Finanziaria – cioè quella legge dello Stato che stabilisce gli orientamenti della spesa pubblica per l’anno a venire -, l’ha riscritta, delineando una manovra economica alternativa a saldo zero. Dal fisco alla finanza e agli enti locali, dalle politiche industriali al lavoro e al reddito, dall’istruzione e la cultura all’ambiente e al welfare, passando per il disarmo, la pace e la cooperazione internazionale: proposte concrete, puntuali e praticabili da subito, esposte nel dettaglio su Sbilanciamo.info, grazie a cui superare la crisi legata alla pandemia e voltare pagina: con un’Italia in salute, giusta, sostenibile.
Meno Difesa
A fronte di una svolta in politica fiscale che non c’è stata, la proposta di Sbilanciamoci! rompe con il passato a vantaggio di una riforma complessiva e organica del sistema fiscale fortemente redistributiva, incentrata sul principio di capacità contributiva e sulla progressività dell’imposizione sul modello di quanto sta avvenendo in Spagna; prevede il welfare e la solidarietà come assi strategici per la ripartenza e punta sulla centralità dell’intervento pubblico per assicurare lavoro e reddito per tutti oltreché su una moratoria sulle spese militari che neanche la crisi sanitaria, economica e sociale causata dalla pandemia di Covid-19 hanno arrestato la loro crescita. Nel 2021 l’Italia spenderà oltre 6 miliardi di euro per acquisire nuovi sistemi d’armamento, eppure con i soldi di un carro armato ariete (7 milioni) si possono riaprire 20 piccoli ospedali e con il costo di una fregata si possono assumere 1200 infermieri per 10 anni. Un blindo centauro (13 milioni) vale come 2.800 borse di studio per studenti fuori sede. I 44 milioni per un elicottero Nh-90 valgono l’acquisto di 4.500 ventilatori polmonari. Con i soldi (670 milioni) di un sommergibile U-212 si può pagare lo stipendio a 1.000 medici per dieci anni.
Più ambiente
Più in generale, il Rapporto si concentra sulla mancanza di approccio organico della decarbonizzazione e di una trasformazione dell’economia verso produzioni eco-sostenibili. L’emergenza Covid, infatti, sta facendo dimenticare un’emergenza ancora più grande, quella che riguarda la lotta ai cambiamenti climatici e che spesso fa rima con la cura del territorio. Ecco perché non è possibile scindere l’ammodernamento e il potenziamento delle infrastrutture insieme alla rigenerazione e riqualificazione urbana dalla ricerca sullo sviluppo delle rinnovabili, dall’individuazione di soluzioni tecnologiche per lo sviluppo di una piena economia circolare, dalla mobilità integrata sostenibile e così via.
Perché non la canapa?
In questa manovra economica, alternativa sotto tutti i punti di vista, che invoca misure lungimiranti e coraggiose, salta all’occhio la mancanza della cannabis che, se legalizzata, porterebbe, oltre a tutto il resto, entrate sicure per lo Stato. Parliamo di benefici fiscali compresi tra i 6 e gli 8,7 miliardi di euro l’anno oltre a 345mila nuovi posti di lavoro, stando allo studio del 2017 condotto dai prof. Pietro David e Ferdinando Ofria dell’Università di Messina. Se il mercato della cannabis fosse regolamentato come quello dei tabacchi, gli scambi potrebbero emergere e consentire all’erario d’incassare circa 3 miliardi di euro solo dalle tasse sulle vendite, e si realizzerebbe un risparmio da parte dello Stato di circa 600 milioni spesi ogni anno da polizia, magistratura e sistema carcerario per contrastare la vendita da cannabis. Un passo che nel mondo più paesi hanno ormai fatto mentre noi, per pregiudizi e posizioni ideologiche, masochisticamente continuiamo a negarci.
a cura di Giorgio Falchi
Divulgatore per una finanza alternativa