La Colombia ha vietato le corride
«Uccidere per divertimento non è cultura», con queste parole il Presidente della Colombia sancisce il divieto delle corride nel Paese
“No mas olé” (Niente più olé). È così denominata la legge che vieta le corride in Colombia, approvata lo scorso maggio con 93 voti a favore e solo 2 contrari, che attendeva solo la firma del Presidente Gustavo Petro, arrivata di recente. Presidente che da sempre si è dichiarato contrario alle corride. Era il 2012 infatti, quando l’allora sindaco di Bogotà aveva revocato la possibilità di utilizzare l’arena della città per questi spettacoli.
«Oggi questo luogo non si chiamerà più Plaza de Toros, ma Plaza Cultural La Santamaría. Questa piazza sarà un luogo di cultura, sport e vita, non di morte», ha dichiarato Petro durata la cerimonia di firma della legge. «Uccidere esseri senzienti per divertimento non è cultura. Questo cambiamento è fondamentale per insegnare ai nostri bambini e giovani a rispettare la vita in tutte le sue forme».
COLOMBIA, CORRIDE VIETATE: LE REAZIONI (CONTRASTANTI) DELLA POPOLAZIONE
Sebbene la Colombia sia il Paese dell’America Latina con la più lunga tradizione di tauromachia, risalente all’epoca coloniale spagnola, le corride hanno perso velocemente consensi negli ultimi anni. Il motivo? La maggiore attenzione ai diritti degli animali.
Tuttavia, l’approvazione definitiva della legge ha scatenato anche la reazione di alcuni gruppi di fervidi appassionati, secondo i quali sospendere questi spettacoli significa sia violare i diritti delle minoranze di esprimere il proprio patrimonio culturale sia tagliare un mezzo di sostentamento per chi lavora nel settore (toreri, allevatori e promotori).
L’obiettivo del governo infatti, da conseguire prima dell’entrata in vigore prevista per il 2027, è quello di garantire impieghi alternativi alle persone coinvolte, iniziando proprio con il trasformare le arene in spazi per eventi culturali e sportivi.
Ed è così che la Colombia si aggiunge all’elenco dei Paesi latinoamericani che hanno vietato le corride, che comprende: Brasile, Argentina, Cile, Uruguay e Guatemala.
Invece, i combattimenti di tori sono ancora ammessi in Perù, Venezuela, Ecuador e Messico. In Europa invece, rimangono la Spagna, la Francia e il Portogallo.