La CIA-Agricoltori italiani chiede disciplinari per infiorescenze e canapa alimentare
«Varare un disciplinare di produzione su base volontaria che valorizzi la canapa made in Italy, “oro verde” dell’agricoltura e soprattutto regoli il nuovo fenomeno della commercializzazione delle infiorescenze, la parte più pregiata della pianta».
È la richiesta fatta dalla CIA-Agricoltori italiani, all’indomani della circolare del Mipaaf che dava delle precisazioni sulla legge 242 del 2016. «Peccato però» osserva la Cia, «Che mancano ancora i decreti attuativi che regolano non solo il THC per foglie e fiori da destinare all’alimentare, ma anche le norme per la commercializzazione delle infiorescenze permesse ora solo ad uso tecnico o da collezione».
La circolare emanata a fine maggio infatti si limita a legittimare il mercato dei fiori di cannabis che si è sviluppato nell’ultimo anno, ma senza dare ulteriori indicazioni. In Svizzera ad esempio le infiorescenze di cannabis light sono state normate come succedaneo del tabacco. A livello alimentare invece si è ancora in attesa che il ministero della Salute emani le norme sul massimo quantitativo di THC che può essere contenuto negli alimenti. In teoria sarebbero dovute essere pubblicate entro 6 mesi dall’entrata in vigore della legge 242 del 2016, ma ad oggi non sono stati fatti passi avanti. La posizione è stata assunta durante l’incontro dal titolo “Canapa tra presente e futuro”, promosso a Roma con un dibattito a 360 gradi sullo stato del comparto.
Intanto le superfici coltivate a canapa crescono: per il 2018 si stimano oltre 4 mila ettari seminati, con un aumento di 10 volte dai 400 ettari del 2013.