La catastrofe sociale
Continua nell’indifferenza generale la catastrofe sociale provocata dagli effetti dell’attuale legge sulle droghe denominata Fini-Giovanardi. Il DPA continua a difendere la scellerata politica proibizionista, ma è guidato da dirigenti scelti da Giovanardi, quindi la loro posizione pregiudiziale non ci stupisce, attendiamo con ansia il cambiamento dei vertici del Dipartimento Antidroga, con la speranza che ricominci ad organizzare la conferenza nazionale sulle tossicodipendenze ogni anno, come la legge prevede.
Con la crisi economica che si trascina da anni, con i governi europei intenti a fare tagli indiscriminati che vanno ad aggravare la situazione del cittadino medio, già in grande difficoltà.
In Italia il Governo di tecnici sta intervenendo o già lo ha fatto sugli aiuti sociali, sull’aumento delle tasse, sulle pensioni, sugli stipendi e i diritti dei dipendenti pubblici, sui lavoratori dipendenti e sui piccoli imprenditori. Tagli indiscriminati anche all’istruzione, alla sanità, alle regioni e ai comuni, insomma una frenetica ricerca di fondi che lascia indenni solo le banche e i grandi gruppi societari.
Purtroppo a nessuno viene in mente che cambiando politica sulle droghe, adottando un modello permissivo come quello della Spagna o dell’Austria ad esempio, il governo potrebbe spendere in meno due miliardi di euro l’anno, solo di risparmi sull’attività repressiva che salgono a dieci miliardi l’anno nel caso si aggiungano le tasse sulle vendite di un’eventuale legalizzazione (Studio del Dott. Marco Rossi del 2008, pubblicato in anteprima su Dolce Vita). A questi va aggiunto il risparmio di costi sociali, da non sottovalutare sia per gli effetti emotivi sia per i risvolti economici. Vari i modi e i tentativi messi in atto dai centri sociali e dalle associazioni antipro, per mettere in evidenza questa situazione anche a livello europeo. Una delle ultime iniziative in tal senso è la richiesta di informazioni fatta dall’Ascia, sulle modalità di domanda per asilo politico da parte dei consumatori italiani vessati dalla legge discriminatoria.
I paesi ai quali è stata inviata la richiesta sono Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Olanda, Austria e Belgio tutti paesi che hanno nei confronti dei consumatori di cannabis delle leggi tolleranti e responsabili. Hanno risposto solo i paesi del nord, mentre Spagna e Portogallo hanno ignorato la richiesta di informazioni. Le risposte denotano che l’ottima idea dell’Ascia, è stata sviluppata un po’ superficialmente, in quanto sembra che non sia possibile richiedere asilo politico tra paesi UE, anche se Belgio e Repubblica Ceca hanno comunque inviato i moduli per la richiesta di Asilo.