La cannabis terapeutica non basta: “Dobbiamo produrre di più e autorizzare nuovi soggetti”
“Non vorrei dire “l’avevo detto” ma… l’avevo detto!”. Esordisce così il dottor Marco Ternelli sull’ultimo numero di Dolce Vita, per spiegare che, come previsto, la cannabis a disposizione dei pazienti italiani non basterà nemmeno quest’anno. Ogni anno infatti, nonostante gli appelli e le prese di posizione di pazienti e associazioni, il fabbisogno di cannabis medica viene sottostimato, con il risultato che ciclicamente mancano o tutte o alcune delle varietà disponibili sul mercato. Una situazione ormai insostenibile, anche perché la politica ne è pienamente a conoscenza, visto che è dal 2018 che è stata avanzata l’idea di ampliare la produzione di cannabis nazionale, andando oltre lo Stabilimento di Firenze che ad oggi produce in regime di monopolio.
Il problema è che la produzione italiana non riesce a superare i 100/200 kg l’anno, a fronte di un fabbisogno che nel 2020 è stato calcolato in circa 2 tonnellate. Il resto la importiamo, pagandola a caro prezzo da Olanda e Canada, ma anche questa non basta per tutti i paesi europei che ne fanno richiesta.
Secondo il dottor Ternelli, farmacista molto esperto nel settore, “coloro che usano cannabis da anni ricorderanno che una carenza di cannabis era cominciata a metà 2017. Oggi si rischia di avere la stessa situazione, solo che nel frattempo sono passati 3 anni, vale a dire 3 anni di nuovi pazienti e nuove terapie. È presumibile che questo stesso problema nel 2020 darà effetti molto più pesanti (es. maggior numero di terapie interrotte).
E intanto l’ennesimo appello arriva dal Radicale Lorenzo Lipparini, assessore alla Partecipazione del comune di Milano. “La produzione di cannabis a scopo terapeutico in Italia è assolutamente insufficiente. Il monopolio sulla produzione è lasciato dal governo allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, unico ad avere l’autorizzazione per produrre farmaci derivanti dalla cannabis. Per rispondere alla richiesta di malati e ospedali, l’unica soluzione è autorizzare nuovi soggetti pubblici o privati. Noi come Comune abbiamo approvato una mozione che chiede di attivarci per trovare partner e approfondire la possibilità di produrre a livello locale il principio attivo”.
Ricordiamo che per i pazienti c’è a disposizione un nuovo strumento per segnalare la carenza di cannabis, si tratta del sito Monitorcannabis.it, messo a punto proprio da dottor Ternelli, e permette di segnalare in che comune e regione si verifica la carenza e di quali varietà. Naturalmente la risposta la problema deve però essere politica, e tra l’altro molto semplice: come ricordato dall’assessore basterebbe autorizzare nuovi soggetti a produrre cannabis; abbiamo le conoscenze e le capacità di diventare leader in Europa del settore e stiamo buttando via anni preziosi.